Si chiamano pig hotels e sono dei grattacieli dove vengono tenuti migliaia di maiali. Allevamenti intensivi che pur costando di più di una struttura tradizionale, consentono di risparmiare suolo, il tutto chiaramente ai danni degli animali.
Si chiamano pig hotels e sono dei grattacieli dove vengono tenuti migliaia di maiali. Allevamenti intensivi che pur costando di più di una struttura tradizionale, consentono di risparmiare suolo, il tutto chiaramente ai danni degli animali.
Molte aziende agricole cinesi stanno già sperimentando i pig hotels nonostante nel paese l’industria della carne sia in ribasso da quasi un decennio. In particolare, la società Guangxi Yangxiang sta già costruendo questo tipo di impianto sul monte Yaji, nel sud della Cina.
Nei prossimi mesi, la struttura con i suoi 13 piani sarà la più alta al mondo nel suo genere e sorgerà nei pressi del porto fluviale di Guigang. Potrà ospitare ben 30mila scrofe in media, su appena 11 ettari di spazio occupato. E da lì avranno modo di nascere altri 840mila animali.
Questo tipo di allevamento era stato sperimentato anche in Europa, ma senza successo.In Cina, invece, sono pronti ad andare fino in fondo e sebbene il costo sia elevato, secondo gli investitori, la spesa sarà compensata dal risparmio di spazio e di suolo. Ogni piano è gestito separatamente e la ventilazione è indipendente. Scrofe e maialini si spostano con ascensori a un livello assegnato e rimangono lì, accatastati tutti insieme.
Foto: REUTERS / Dominique Patton
Nemmeno il rischio sicurezza e igiene sembrano preoccupare gli allevatori. Cosa succederà con tanti animali sotto lo stesso tetto? Il mercato asiatico non se ne interessa perché in ballo c’è un business di milioni di euro.La montagna di Yaji sembra un luogo improbabile per un allevamento tanto grande, ma la spinta di Pechino a produrre più carne insieme alla vicinanza al porto fluviale di Guigang, diventano un investimento che fa gola.
Come dicevamo l’Europa aveva detto no a questi grattacieli per due motivi: da un lato, la popolazione si era opposta all’allevamento intensivo, dall’altro fonte di preoccupazione erano gli alti costi e il rischio epidemie che costringerebbero ad abbattere tutti gli animali.
Foto: REUTERS/Thomas Suen
Foto: REUTERS/Thomas Suen
Ma la Cina vuole provarci stabilendo che non ci sono rischi: gli animali si spostano con ascensori e la ventilazione è progettata per far sì che l’aria non circoli in altri piani.
Un vero e proprio orrore. Non ne avevamo davvero bisogno. E nemmeno i maiali.
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Dominella Trunfio
Foto cover: REUTERS/Thomas Suen