Urla, lacrime di gioia, applausi e, soprattutto, tanti cuccioli che passano di mano in mano attraverso le reti e il filo spianto. Finalmente liberi. Sabato scorso un gruppo di attivisti si è introdotto furtivamente all'interno dei recinti di Green Hill, l'allevamento di Montichiari, sotto accusa perché fornisce beagle per la sperimentazione scientifica, ed ha portato via un numero non ancora definito di cani.
Urla, lacrime di gioia, applausi e, soprattutto, tanti cuccioli che passano di mano in mano attraverso le reti e il filo spianto. Finalmente liberi. Sabato scorso un gruppo di attivisti si è introdotto furtivamente all’interno dei recinti di Green Hill, l’allevamento di Montichiari, sotto accusa perché fornisce beagle per la sperimentazione scientifica, ed ha portato via un numero non ancora definito di cani.
Green Hill non rilascia informazioni in merito. Incertezza anche sull’entità dei danni che, secondo alcuni organi di informazione, ammonterebbero a 250.000 euro. Quel che è certo è che dodici persone, tra i 20 e i 50 anni, sono state identificate e arrestate in flagranza di reato e detenute per due giorni: in manette otto donne e quattro uomini arrivati a Montichiari da Bologna, Ferrara, Roma, Firenze e Treviso, accusati di furto in concorso, danneggiamento, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
A una signora arrestata sabato scorso e rilasciata lunedì sera non è stata applicata alcuna misura cautelare, mentre per un secondo imputato c’è ora l’obbligo di dimora presso il Comune di residenza, perché con precedenti, e per tutti gli altri dieci è stato imposto il divieto di dimora a Montichiari. Il PM aveva chiesto tre arresti domiciliari e l’obbligo di dimora nei rispettivi Comuni di residenza, ma il Giudice ha deciso diversamente e così sono tutti tornati liberi lunedì sera. Ma attualmente sono in corso indagini preliminari che riguardano anche altri manifestanti, visto che il manipolo di attivisti che ha liberato i beagle era formato da oltre 20 persone.
A loro è andata la solidarietà non solo di tutto il mondo animalista e del web, ma anche di Brigitte Bardot, che ha scritto al Ministro Severino: “questi cittadini sono oggi dei resistenti, possono contare sul mio sostegno più totale perché non è possibile accettare questa scandalosa vivisezione, non abbiamo il diritto di chiudere gli occhi davanti all’inferno promesso a milioni di animali sacrificati per una scienza senza coscienza”.
Dura, intanto, la reazione dell’azienda: “questo movimento – dicono i titolari di Green Hill – è diventato violento e criminale. Le azioni violente e sconsiderate condotte a Green Hill sabato hanno arrecato danni e hanno messo la vita delle forze dell’ordine e degli animali a rischio. Conduciamo un’attività legale, necessaria per la comunità medica e scientifica, per il suo fondamentale ruolo nel migliorare la salute delle persone e degli animali. Le principali cure ai pazienti che soffrono di malattie anche gravi sono state messe a punto grazie alla sperimentazione sugli animali, pensiamo ad esempio ai chemioterapici“.
Quanto ai cani liberati, il cui numero si aggirerebbe tra i venticinque e trenta, tra loro c’è certamente una fattrice, mentre gli altri sono tutti cuccioli. Il più grande, di circa otto mesi, presenterebbe, secondo Geapress, una lunga cicatrice, difficilmente compatibile con una sterilizzazione, che prendeva tutto il ventre fino ad oltre lo sterno e presentava ancora i punti di sutura. Tutti gli animali, al momento della liberazione, presentavano un forte odore di urina. Otto cani sono stati recuperati dalle Forze dell’Ordine e sono attualmente distribuiti in vari comandi di polizia.
Ma dove sono gli altri cuccioli di Green Hill? “In qualsiasi posto siano, stanno sicuramente meglio rispetto a Green Hill“, ha spiegato a SkyTG24 Piercarlo Paderno di Occupy Green Hill, nel corso della trasmissione condotta da Paola Saluzzi. Probabilmente sono a giocare e a rincorrersi in un posto sicuro, dove stanno ricevendo cure e tanto amore, come dimostra il video che sta circolando in rete, pervenuto in forma anonima al Coordinamento Fermare Green Hill, che ritrae 5 cuccioli buffi e scodinzolanti finalmente liberi da una vita di torture e sofferenze. “Noi siamo liberi, ma le vite dei nostri fratelli e sorelle sono ancora nelle mani del Senato”, recita il cartello che appare vicino alle cinque codine.
Intanto, il Coordinamento Fermare Green Hill, rilancia per l’8 maggio la protesta contro l’allevamento lager, data in cui si ritroveranno davanti alle ambasciate e ai consolati italiani nel mondo, con adesioni arrivate da Amsterdam, Londra, Parigi, Montpellier, Marsiglia, Varsavia, Bruxelles, Madrid, Barcellona, Atene e Claj-Napoca in Romania. “Le immagini dei cuccioli che passano attraverso il filo spinato di Green Hill hanno fatto il giro del mondo, esaltato e commosso milioni di persone, che adesso conoscono la realtà di questo lager e vogliono contribuire alla sua chiusura. La liberazione animale sembra una realtà possibile”, spiega Occupy Green Hill.
Un giorno, questo 8 maggio, non scelto a caso, ma in coincidenza con la scadenza relativa alla presentazione alla XIV Commissione del Senato degli emendamenti al testo dell’art.14 (ddl legge Comunitaria 2011) sulla sperimentazione animale, che avverra, appunto, il 09 Maggio. “Sappiamo benissimo come le lobby della farmaceutica abbiano lavorato per fare pressione sui senatori e stiano chiedendo di applicare la Direttiva senza restrizione alcuna, ma sappiamo anche che l’86% degli italiani è contrario alla vivisezione e vuole chiuso Green Hill subito e ha applaudito la liberazione in pieno giorno dei cani da questo inferno“, continua Occupy Green Hill, che per l’occassione ha creato un evento su facebook .
L’articolo 14 dovrebbe portare alla chiusura dell’allevamento di Montichiari, dove operano da oltre 12 anni, anche se non dà alcuna speranza al momento per i cani attualmente reclusi. Ma è un ottimo punto di partenza, così come lo è stata la liberazione dei cani di sabato: piccoli grandi successo che possono fare da apripista per l’abolizione totale della vivisezione, per la liberazione di tutti i beagle di Green Hill, così come di ogni altro animale che viene ancora torturato e massacrato nelle mura dei laboratori.
Chi volesse organizzare una iniziativa nella propria città scriva a info@fermaregreenhill.net