Gli animali dello zoo di Kiev sono arrivati ​​in Polonia vivi e vegeti, anche se esausti e affamati

Ad essere colpiti non sono solamente abitazioni e rifugi, ma anche luoghi pubblici come gli zoo in cui gli animali sono ancora in pericolo

Già costretti ad una non vita in cattività in strutture che non sono nemmeno un lontano ricordo degli habitat in cui dovrebbero vivere liberi leoni, gorilla e tantissime altre specie dei giardini zoologici, anche gli animali degli zoo sono esposti ai pericoli della guerra. Mentre le armate russe invadono l’Ucraina, bombardando gli obiettivi militari, ma non solo, e la gente abbandona il paese, questi animali rischiano di morire dimenticati da tutti, nelle gabbie che li imprigionano.

Alcune associazioni tra cui SaveWild Foundation e Bear Sanctuary si stanno occupando dell’evacuazione di quante più specie possibili – in prevalenza tigri, leoni e caracal – che sono state spostate in Polonia e alcuni hanno raggiunto salve lo Zoo Poznań che si è offerto di ospitarle anche perché il rischio più grande per i predatori è che sarebbero potuti morire di fame, non essendoci abbastanza carne per nutrirli.

Gli animali hanno raggiunto lo zoo polacco dopo una odissea durata 6 giorni e otto ore al freddo prima di superare il confine ucraino-polacco. I camion che trasportavano gli animali in Polonia hanno dovuto infatti attraversare tutti i territori di guerra e sono rimasti bloccati alla dogana dopo l’estenuante viaggio che sembrava non avere più conclusione.

Tanti volontari e soci hanno intanto dato il proprio contributo, aiutando a spostare le gabbie e a caricare fieno e altri mangimi per mettere in salvo gli animali.

Mentre alcuni leoni e leonesse sono già state ricollocate nella struttura polacca, altri sono in arrivo dall’inferno di Odessa, ma questi viaggi così stremanti preoccupano molto i veterinari vista la vulnerabilità degli animali e lo stress che ne deriva.

Le preoccupazioni aumentano per tutti gli altri animali che si trovano ancora in Ucraina, come gli orsi salvati da circhi e maltrattamenti che sono ospitati nel rifugio del WHITE ROCK Bear Shelter che non possono abbandonare il paese e a cui i volontari chiedono di tener duro visto anche le difficoltà nel reperire il cibo. Il rifugio si trova circondato dalle forze russe ed è totalmente esposto alle esplosioni, ma i volontari non intendono lasciare gli orsi e rimarranno con loro fino alla fine.

La situazione è al collasso anche negli zoo che non sono stati bombardati, tra questi vi è il giardino zoologico di Kiev, e nessuno è al sicuro. Mancano medicinali, alimenti, acqua ed elettricità e la stessa drammatica realtà è anche nei canili e nei rifugi che sono sotto attacco.

QUI trovi più informazioni su come aiutare concretamente gli animali in Ucraina.

Fonte: SaveWild

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