Giornata mondiale del gorilla: stiamo perdendo per sempre il re della foresta

Il 24 settembre si celebra la Giornata mondiale dei gorilla. Questi straordinari primati sono sull'orlo dell'estinzione a causa dell'uomo

Il 24 settembre è una data simbolica per il re della foresta: il gorilla. Proprio oggi si celebra, infatti, la Giornata mondiale dedicata ai nostri “parenti” più prossimi, dopo scimpanzé e bonobo. L’istituzione di questa importante ricorrenza si deve all’Ong Dian Fossey Gorilla Fund, fondata da una coraggiosa – ribattezzata “la regina dei gorilla”, barbaramente uccisa nel 1985 per aver dedicato la sua vita alla tutela di questi straordinari animali. Sono tante, infatti, le minacce a cui devono far fronte i gorilla.  Ma la più pericolosa è l’uomo. Per questo è così importante l’istituzione di una giornata dedicata a questa specie. 

Le minacce che mettono a rischio la sopravvivenza dei gorilla

Sono due le specie di gorilla esistenti al mondo – il gorilla occidentale e il gorilla orientale – e vivono entrambe in Africa equatoriale. Il 98% dei gorilla è legato all’ambiente di foresta di pianura, mentre quello di montagna vive, con due popolazioni separate, sui Monti Virunga e nella foresta di Bwindi, in Congo. Purtroppo il gorilla, in particolare quello di montagna, è uno degli animali più minacciati e a rischio estinzione. Nel report del 2021 della IUCN “Conflitti e Conservazione”, il gorilla di montagna è stato inserito tra le 200 specie che ha più ha risentito negli anni e risente tutt’ora delle guerre civili nel Paese. 

La piaga del bracconaggio 

Il bracconaggio è il crimine che negli ultimi decenni in Africa ha contribuito maggiormente al drammatico declino nella popolazione di questi maestosi primati, in particolare per il commercio di “bushmeat” (carne di animali selvatici). Come spiega il WWF, la carne di gorilla, di scimpanzé, di antilope e di molti altri animali è un cibo molto ricercato nei mercati clandestini di molti Paesi, e viene venduta a prezzi elevatissimi.

Soltanto nei primi due mesi dello scorso anno nelle riserve sono stati rinvenuti dai ranger 822 trappole illegali contro le 21 del 2019 e che per mano di un bracconiere sia deceduto Rafiki, uno dei più carismatici silverback (maschi adulti) del Parco dei Virunga, in Congo (dove i ranger spesso ci rimettono la pelle per difendere gli animali e i loro habitat).

ranger virunga

©Virunga National Park

È importante anche ricordare che proprio in questi giorni il Parco del Virunga, il primo parco nazionale nel continente africano,  festeggia i suoi primi 100 anni. – sottolinea il WWF – Non dobbiamo mai dimenticare che se ancora esiste una popolazione vitale di gorilla di montagna lo dobbiamo al lavoro straordinario che negli anni ha fatto quest’area protetta alla quale centinaia di ranger hanno dedicato la vita.

Al momento l’unica buona notizia per questi animali è rappresentata dalle 24 nascite avvenute quest’anno all’interno delle riserve africane. 

Deforestazione massiccia e perdita degli habitat

Ma il bracconaggio non è l’unica minaccia per i gorilla. A questo si aggiunge la deforestazione e la perdita degli habitat provocata dallo sfruttamento forestale e del sottosuolo con le miniere a cielo aperto per l’estrazione di materiali preziosi come oro e diamanti, ma anche petrolio. Si stima che ogni anno vengono cancellati circa 700.000 ettari di foresta (una superficie grande tre volte il Belgio), dove vivono numerose specie selvatiche, tra cui appunto i gorilla.

Cattività 

Nonostante i gorilla siano una specie in via d’estinzione, spesso e volentieri li ritroviamo rinchiusi nelle gabbie degli zoo, dove soffrono terribilmente. Com’è noto, si tratta di animali molto intelligenti e dotati di grande sensibilità, come rivelano alcune scene immortalate negli zoo. Oltre ad essere costretti ad un’esistenza tristissima e fonte di sofferenza, negli ultimi mesi diversi gorilla in cattività si sono ammalati di Covid-19, contagiati dallo staff delle varie strutture. 

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Fonti: Dian Fossey Gorilla Fund/WWF

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