Giornata mondiale degli squali: la mappa delle aree per salvare questi splendidi animali (non immaginerai mai quante ce ne sono in Italia)

In occasione della Giornata mondiale degli squali del 14 luglio, scopriamo le ISRA - Important Shark and Ray Areas - aree identificate per fornire ai decisori politici e ad altre parti interessate le conoscenze necessarie per l’attuazione di un’adeguata strategia di conservazione basata sulla gestione dello spazio marino. Come a dire: "non hanno scuse"

Oltre metà delle 86 specie di squali e razze del Mediterraneo sono a rischio di estinzione, a causa soprattutto della cattura accidentale nelle attività di pesca. Un pericolo per tutti? Certo, perché non tutti sanno che anche questi animali svolgono un ruolo fondamentale per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema marino: gli squali predatori apicali mantengono in equilibrio la rete alimentare, mentre razze e mobule sono uno dei veicoli di trasferimento di nutrienti e di energia dalle acque profonde ai livelli superficiali dell’oceano. Ma come salvare squali e razze?

Esistono le cosiddette ISRA (Important Shark and Ray Areas), come spiegato nel report WWF “Italia: 16 hotspot per salvare squali e razze” – lanciato in occasione della Giornata mondiale degli squali del 14 luglio – ossia delle aree identificate da un gruppo di esperti internazionale e designate dall’IUCN sulla base di 4 principali criteri concepiti per considerare i complessi comportamenti, l’ecologia e le esigenze biologiche degli squali e razze.

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Le ISRA includono quindi aree importanti per riproduzione, alimentazione, aggregazioni, migrazioni, oppure aree che ospitano specie a rischio di estinzione, o ancora aree che ospitano una elevate diversità di squali e razze. Nel 2023 sono state identificate e designate ben 65 ISRA in tutto il Mar Mediterraneo, di cui 16 risiedono all’interno dei mari italiani.

squali mediterraneo

@WWF

Per citarne alcune, solo il Mar Adriatico ospita 6 ISRA, tra cui aree riproduttive e di nursery per spinarolo, palombo, squalo grigio e verdesca, tutte specie minacciate, mentre l’intero Canale di Sicilia è stato identificato come ISRA per la diversità di specie ospitate: più di 32, come lo squalo grigio, lo squalo bianco, il mako, ma anche specie di razze come l’aquila di mare.

Mar Ligure e Sardegna nord-orientale ospitano invece aree essenziali per l’alimentazione di grandi elasmobranchi filtratori come lo squalo elefante e la mobula, per la quale anche lo Stretto di Messina è un’importante area di transito. La più piccola ISRA, il Banco di Santa Croce, occupa solo 0.13 km2 mentre la più grande, la Isra Stretto di Sicilia e Plateau tunisino si estende per 219.913 km2.

Queste aree prioritarie devono ora essere incluse nella pianificazione dello spazio marittimo cui il governo italiano sta lavorando al fine di ridurre gli impatti che le attività umane hanno su squali e razze – concludono dal WWF. Allo stesso tempo è urgente che l’Italia si doti finalmente di un Piano di Azione per gli Elasmobranchi per garantire una più efficace implementazione della legislazione vigente e identificare, secondo un approccio condiviso e partecipativo, le azioni di gestione e conservazione necessarie.

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