Giornata internazionale dell’orango: cosa possiamo fare per salvare questa specie a rischio

Si celebra il 19 agosto la Giornata internazionale dell'orango, uno degli animali più simile all'uomo, la cui sopravvivenza sulla Terra è sempre più minacciata da deforestazione e bracconaggio

Il suo nome significa ‘uomo della foresta’ in lingua malese, vive in aree protette e parchi fra Malesia e Indonesia, e la sua esistenza è gravemente minacciata dall’azione dell’uomo: è l’orango, di cui il 19 agosto si celebra la Giornata internazionale. Malgrado le sue dimensioni siano ragguardevoli (è uno dei mammiferi più grandi al mondo) e possegga una buona agilità, si tratta di un animale dall’indole pacifica e per nulla aggressiva. Proprio per la sua incapacità di difendersi e di essere aggressivo contro chi lo attacca, l’orango viene preso di mira da cacciatori e bracconieri.

L’orando ama vivere nei boschi e nelle foreste e tenersi lontano dall’acqua. Il suo habitat ideale è quindi la foresta pluviale, ricca di alti alberi dove potersi arrampicare grazie alle sue ‘dita’ prensili e creare veri e propri ‘nidi’ nei quali poltrire buona parte del giorno. Si nutre prevalentemente di frutti, foglie e fiori che raccoglie dagli alberi. Non ama le grandi comunità, ma preferisce creare piccoli gruppi familiari con la compagna e i cuccioli. Il maschio, che può arrivare a pesare fino a 90 kg, è caratterizzato da un pelo rossiccio e un muso pronunciato con guance paffute, mentre la femmina ha una peluria più scura. Gli esemplari della specie comunicano fra loro attraverso lunghi vocalizzi e verbalizzazioni.

Come abbiamo detto, questo animale si sta pericolosamente estinguendo: l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha inserito l’orango nella sua red list caratterizzandolo come ‘critically endangered’. Se fino a 100 anni fa si contavano più di 230.000 esemplari della specie, oggi si stimano 104.700 esemplari circa di orango del Borneo e 7.500 di orango di Sumatra; una terza specie di orango, l’orango di Tanopuli, conta appena 800 esemplari e rappresenta la specie più a rischio nel regno delle grandi scimmie.

Ma quali sono le cause che stanno portando all’estinzione di questo gigante buono della foresta pluviale?

  • Deforestazione e perdita dell’habitat. L’habitat naturale dell’orango, la foresta pluviale, sta scomparendo a vantaggio di pascoli e campi per la coltivazione della palma da olio di palma: incendi e abbattimenti di alberi (spesso illegali) rappresentano la più grave minaccia per la sopravvivenza di questi animali.
  • Bracconaggio. Eliminando l’habitat, gli animali sono maggiormente esposti alla minaccia di cacciatori e bracconieri, che li uccidono per ottenere macabri souvenir oppure perché li ritengono (erroneamente!) una minaccia per colture e allevamenti; inoltre, molti oranghi (soprattutto i cuccioli) vengono catturati e venduti al mercato nero per finire nelle mani di cercatori di animali rari ed esotici.

Cosa si sta facendo per proteggerli? Sono stati creati diversi centri per la salvaguardia di questo animale, dove i volontari si prendono cura degli esemplari feriti dai bracconieri e ne favoriscono l’accoppiamento e la riproduzione. Ma questo non basta: è necessario proteggere e tutelare l’orango anche e soprattutto nel suo habitat naturale per fare in modo che il parente più vicino all’uomo non si estingua per sempre.

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Fonte: WWF

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