Violenze, maltrattamenti, abbattimenti di massa, caccia illegale: sui diritti degli animali ancora proprio non ci siamo…

Il 10 dicembre è la giornata internazionale dei diritti degli animali. Nel 2020 i maltrattamenti non sono diminuiti e c'è ancora molto da fare.

Nel mondo che vogliamo non c’è spazio per la violenza sugli animali o l’utilizzo di esseri viventi con lo scopo di “divertire” (vedi zoo, circhi, delfinari, corride, ecc.). Non dovrebbe neppure esistere una giornata internazionale per ricordarci che anche gli animali hanno dei diritti e invece c’è ed è proprio oggi, 10 dicembre.

La Giornata Internazionale dei Diritti degli Animali ricorre in un giorno scelto non a caso. Il 10 dicembre 1948 è stata sottoscritta, all’Assemblea delle Nazioni Unite, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.  Nel 1998, ben 50 anni dopo quello storico giorno, le associazioni animaliste inglesi Uncaged (oggi Centre for Animals and Social Justice) e Peta decisero di dedicare la stessa giornata ai diritti degli animali e nel 2007 questa divenne internazionale.

L’obiettivo è ricordare a tutti che, proprio come ogni essere umano, anche gli animali (indipendentemente dalla specie) hanno diritto a vivere liberi e felici, senza essere imprigionati, costretti a fare spettacolo, torturati o uccisi.

Purtroppo lo sappiamo, ed è sotto gli occhi di tutti, che c’è ancora molto, troppo da fare. La violenza sugli animali è all’ordine del giorno in tutto il mondo, la vivisezione è ancora un capitolo aperto della nostra storia per non parlare del bracconaggio, dei cacciatori di trofei e del traffico illegale di cuccioli.

Il 2020, poi, sarà ricordato anche per la strage di visioni negli allevamenti a causa del Covid mutato. Migliaia, se non ormai milioni di visoni, sono stati abbattuti in tutta Europa (Italia compresa).

Non va certo meglio negli allevamenti intensivi di pesce e in quelli di galline (ne sono nati anche multipiano!) dove ancora vengono triturati i pulcini maschi, colpevoli solo di essere nati del sesso sbagliato per poter produrre uova (ma almeno su questo c’è una buona notizia che arriva dal nostro paese) e potremmo continuare a lungo.

In realtà dal 15 ottobre 1978 esiste la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale che nei suoi articoli proclama rispetto e dignità per tutti gli esseri viventi. Nel primo articolo si legge:

Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza“.

Mentre l’articolo 10 recita:

Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell’uomo

Il problema è che, anche se riconosciuta a livello internazionale, la Dichiarazione non ha alcun valore legale.

Ecco allora che la giornata di oggi ci ricorda un problema che ancora esiste, quello dei diritti calpestati degli animali, che si verifica quotidianamente e in ogni parte del mondo.

È  l’Enpa a sottolineare quanto bisogna ancora lavorare, dati alla mano: ogni giorno l’ufficio legale dell’Ente effettua 7 interventi in difesa degli animali.

Come spiegano in un post su Facebook:

“Uccisioni, maltrattamenti, detenzioni incompatibili, traffico illegale di animali. Il grande lavoro del nostro Ufficio legale, ed in particolare dell’avvocato Claudia Ricci, scatta una fotografia ancora in bianco e nero sui diritti degli animali, ancora troppo spesso vittime di crimini e violenze”.

E come se non bastasse c’è la caccia illegale, aumentano le denunce per i tagli alle orecchie dei cani di razza e nel 2020 non sono affatto diminuiti i maltrattamenti sugli animali.

Si ritorna anche su obiettivo molto importante che, nonostante le tante richieste da parte delle associazioni animaliste e dei cittadini, non è stato ancora raggiunto: quello di abbassare l’aliquota per le prestazioni veterinarie (oggi al 22%) e per gli alimenti per gli animali da compagnia (oggi al 22%) al 10%.

Anche i costi così alti sono un’ingiustizia e un modo per calpestare il sacrosanto diritto degli animali di essere alimentati e curati dalle loro famiglie.

“È inconcepibile che il diritto alla salute degli animali debba essere considerato un lusso. Sono numerosissime le famiglie che si rivolgono alla nostra associazione perché non ce la fanno economicamente a prendersi cura dei loro animali” ricorda l’Enpa.

Se è vero quello che sosteneva Gandhi, ossia che “grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”, ad oggi, non stiamo messi molto bene.

Fonti: Enpa Facebook

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