Il Giappone continuerà a cacciare le balene nel 2015, nonostante il no dell'Aja, la Corte Internazionale di Giustizia che lo scorso Marzo aveva respinto i fini scientifici usati per giustificare la selvaggia pratica a danno di questi maestosi giganti del mare.
Il Giappone continuerà a cacciare le balene nel 2015, nonostante il no dell’Aja, la Corte Internazionale di Giustizia che lo scorso Marzo aveva respinto i fini scientifici usati per giustificare la selvaggia pratica a danno di questi maestosi giganti del mare.
Shinzo Abe ha utilizzato una storica visita in Australia e Nuova Zelanda per ribadire che il Giappone rispetterà la decisione della giustizia, ma continuerà la sua caccia alle balene per la “ricerca”. Il verdetto, sostiene il primo ministro, non la proibirebbe, stabilendo soltanto dei protocolli per l’uso sostenibile delle risorse.
“Sulla base di questo il Giappone sta esaminando il diritto internazionale e si impegnerà nella caccia alle balene per la ricerca scientifica, al fine di raccogliere le informazioni indispensabili per gestire le risorse baleniere”, ha detto Abe.
Abbott ha espresso la sua opposizione sul tema, spiegando che: “l’Australia e il Giappone rispettosamente differiscono sulla questione della caccia alle balene”. L’annuncio ha però suscitato le proteste da parte degli ambientalisti, che ritengono che il programma di caccia alle balene del Giappone sia solo un tentativo di eludere il divieto di commercio di carne di balena.
Dal 1995, i balenieri giapponesi hanno ucciso circa 3.600 balenottere minori e altre balene, proprio all’interno di questo fantomatico programma che pretende di studiare gli schemi migratori e l’impatto che hanno sugli ecosistemi oceanici. Ma con i metodi di cui oggi disponiamo, è davvero assurdo dire che bisogna uccidere le balene per studiarle.
Roberta Ragni
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