Un nuovo rapporto della Wildlife Conservation Society analizza l'acquisto e la vendita di parti di giaguaro trafficate online, rivelando che la maggior parte dell'attività si sta svolgendo in America Latina con poca o nessuna risposta da parte delle forze dell'ordine
C’è un mercato illegale nascosto nel sottobosco del web che cresce ogni giorno di più, mettendo a rischio la sopravvivenza dei giaguari. Online infatti, vengono venduti denti, pelle, artigli e la cosa più inquietante è che basta fare una semplice ricerca per vedere comparire centinaia di risultati
A denunciarlo è un nuovo rapporto della Wildlife Conservation Society che spiega appunto quanto sia facile acquistare e vendere parti di giaguaro online. Un’attività fiorente in America latina che riesce comunque a sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine.
“Gli acquirenti sono sui social media”, spiega Kurt Duchez, coautore del rapporto e responsabile del traffico di animali selvatici WCS per l’America centrale. “È tutto in bella vista. Devi solo cercarlo”.
Duchez e altri ricercatori hanno esaminato gli archivi online di popolari siti di social media e mercati online alla ricerca di post relativi alle vendite di giaguari tra il 2009 e il 2019. La ricerca è stata effettuata in sette lingue (spagnolo, portoghese, inglese, olandese, francese, cinese e vietnamita) in tutto il mondo. I ricercatori hanno così scovato che 230 post online relativi all’acquisto o alla vendita di parti di giaguaro illegali, erano stati pubblicati su 31 piattaforme in dieci anni. Circa 579 immagini in cui venivano mostrati giaguari tagliati a pezzi, zanne, artigli.
Sono proprio i denti ad essere i più gettonati. Vengono utilizzati come souvenir o per farci dei gioielli. Le zanne fanno gola alla medicina tradizionale cinese (che ricordiamolo non ha alcun valore scientifico provato) e vengono utilizzate come alternativa alle parti di tigre asiatiche per creare unguenti.
C’è poi la pelle di giaguaro, utilizzata come tappeti o pellicce. Tra i paesi in cui si commercia di più illegalmente c’è il Messico definito come un “trampolino” per il contrabbando, la droga e il commercio illegale di flora e fauna.
Come vi abbiamo raccontato tante volte, il traffico internazionale di giaguari era senza regolamentazione fino al 1975. In seguito, la specie è stata inclusa nell’Appendice I della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), che richiedeva ai paesi di aumentare le protezioni e il monitoraggio del commercio.
Secondo il rapporto, successivamente, il traffico è diventato un problema minore rispetto alla perdita di habitat e alla diminuzione delle popolazioni di prede. Ma c’è stata una ripresa del commercio intorno all’inizio del 2010.
Chiaramente il traffico più grosso è quello dal vivo, dove gruppi di trafficanti dalla Cina comprano e vendono quantità enormi, ma anche online il mercato è fiorente. I post sono per lo più scritti da venditori artigianali e su piccola scala, soprattutto in Messico.
“Tutti i funzionari governativi hanno TikTok e una pagina Facebook”, ha detto Duchez. “Se impiegano quindici minuti del loro tempo per cercare su Internet, lo troveranno”.
Fonte: Wildlife Conservation Society/Earth league international
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