I bombi, così come le api ed altri insetti, sono minacciati dalla crisi climatica, ma si adatterebbero ai cambiamenti grazie ad alcuni geni
I sempre più repentini cambiamenti climatici stanno distruggendo senza freni il nostro ambiente, facendo scomparire tantissime specie animali e vegetali che potrebbero presto essere dichiarate definitamente estinte, se ciò non è già avvenuto. Tra gli insetti maggiormente a rischio vi sono api ed i loro parenti più stretti, i bombi, che svolgono un ruolo fondamentale per la stabilità dell’ecosistema spesso troppo sottovalutato e che sono costantemente minacciati dalle attività umane, dalla perdita del loro habitat e dallo smodato uso di pesticidi.
I bombi hanno però trovato modo di rispondere alla drastica crisi climatica che la Terra sta attraversando, adattandosi ai cambiamenti del clima mediante delle alterazioni dei loro genomi dello sviluppo delle ali e del sistema nervoso che sono state prese in esame dai ricercatori della Queen Mary University of London e dell’Imperial College della capitale anglosassone.
Lo studio, pubblicato Molecular Biology & Evolution, ha voluto infatti indagare sulla genomica dei bombi Bombus terrestris per decifrare la struttura delle alterazioni e capire come mai alcune specie di insetti stanno facendo fronte ai cambiamenti climatici, mentre altre no.
Il team ha osservato quelle che gli esperti chiamano “firma genomica di selezione”, riscontrando nei genomi dei bombi una elevata diversità genetica, ma anche caratteristiche dei genomi considerate insolite per questi insetti che però sono in grado di utilizzare, adattandosi all’ambiente che li circonda. Allo stesso tempo i ricercatori hanno anche individuato una regione totalmente opposta a bassa diversità genetica che sarà oggetto di futuri studi.
Questo dimostra quanto poco si sappia ancora tutt’oggi sui bombi ed altri insetti selvatici, ma quanto la loro genetica gli consenta di rispondere alle pressioni climatiche con una capacità di adattamento che potrebbe garantire la sopravvivenza della specie.
Lo studio inglese spera, mediante questi dati, di poter sviluppare delle strategie di conservazione per le categorie di insetti più a rischio che non dispongono di questo patrimonio genetico che i bombi serbano.
Fonte: Molecular Biology & Evolution
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