Il gatto selvatico europeo fa ritorno in Trentino. Una bella scoperta, del tutto inaspettata, arriva dal monte Bondone, dove una macchina fotografica che aveva il compito di monitorare i movimenti dell’orso bruno, ha fotografato invece un altro animale
Il gatto selvatico europeo fa ritorno in Trentino. Una bella scoperta, del tutto inaspettata, arriva dal monte Bondone, dove una macchina fotografica che aveva il compito di monitorare i movimenti dell’orso bruno, ha fotografato invece un altro animale.
Il gatto selvatico fa così la sua prima comparsa sul monte Bondone. La foto infatti è la prima “prova” della sua presenza in Trentino, la cui origine è incerta. Forse proviene dalla vicina provincia di Belluno visto che fino a ora nella piccola regione non vi sono neanche dati storici relativi al felide.
Per questo, la sua scoperta è considerata un evento storico che si inserisce nel quadro di espansione della specie nel Triveneto, risvegliando grande interesse a livello nazionale.
L’esemplare è stato fotografato il 5 gennaio scorso sulle pendici orientali del monte Bondone, a circa 650 m di quota. Secondo gli esperti che operano sulla specie in Friuli V.G., Slovenia, Toscana e Germania e che hanno visto dal vivo le foto, si tratta di un maschio giovane.
Il gatto selvativo europeo (Felis silvestris) è una specie protetta sia dalla normativa europea (all. IV della Direttiva Habitat 43/92 CEE) che da quella nazionale (art. 2 della Legge n. 157/92).
Cos’ha di diverso dal gatto domestico? A distinguerli sono sia caratteri interni che esterni, ma basta guardare il disegno e del colore del mantello per notare le differenze. Ciò ha permesso di identificare l’animale dalle immagini.
“I principali elementi distintivi sono la coda clavata con anelli neri distintamente staccati uno dall’altro, la striscia nera vertebrale che si arresta prima dell’origine della coda, le orecchie color ocra senza apice nerastro, quattro strisce nere nella regione occipito-cervicale (due per lato), quattro strisce toraciche verticali nere ed il colore fieno che costituisce lo sfondo del mantello” spiega la Provincia di Trento.
Il gatto selvatico europeo vive prevalentemente di notte in boschi di latifoglie, in genere a quote medio basse. Si nutre di piccoli mammiferi, ma i giovani catturano anche anfibi, rettili, pesci e grossi insetti. Si riproduce una volta l’anno, in primavera, tra febbraio e marzo. Dopo due mesi di gestazione nascono 2-3 piccoli.
“Dagli anni ’60 in Italia l’abbandono delle campagne ha determinato un formidabile ritorno del bosco, che sulle Alpi non è mai stato così sviluppato, almeno dall’epoca Romana. Questo ha favorito molti vertebrati forestali, fra i quali il gatto selvatico europeo. Oggi in Italia si stima che ci siano almeno 1300 gatti selvatici europei, distribuiti sugli Appennini, in Sicilia, nell’Italia nord-orientale e nord-occidentale” spiega la provincia. “Negli ultimi trent’anni la specie è divenuta sempre più comune sulle Prealpi trevigiane (dintorni di Vittorio Veneto, Cansiglio e monti circostanti) e bellunesi, dove ha recentemente raggiunto il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi il Col Visentin e la Val Cordevo.”
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Francesca Mancuso