Scoprono un gatto tatuato senza anestesia in un carcere messicano, ora si trova in un rifugio e cerca adozione

Scioccante ritrovamento in una casa circondariale in Messico dove un gatto è stato tatuato da un gruppo di detenuti. Sulla sua pelle i simboli legati alla criminalità messicana. Il felino è stato recuperato dagli agenti di polizia e trasferito a un vicino rifugio per le prime cure

Un gatto marchiato dall’inchiostro, questa la terribile scoperta in una delle celle dell’istituto penitenziario numero 3 a Ciudad Juárez, Chihuahua, Messico. Qui l’animale, un esemplare di razza Sphynx, era stato introdotto chissà come e tatuato senza alcuna anestesia dai detenuti.

Due i simboli incisi sulla sua pelle scura con chiari riferimenti alle bande criminali attive a Chihuahua proprio come un’aquila con la scritta Made in Mexico. Secondo quando diffuso da fonti locali, il gatto sarebbe stato trovato infatti nelle vicinanze delle celle dove vi erano alcuni rappresentanti dei Los Mexicles, gruppo associato al cartello di Sinaloa.

Il felino è stato allontanato immediatamente dal carcere e spostato in un rifugio per essere visitato dai veterinari. Dai primi accertamenti risulterebbero una lieve infezione agli occhi e una alle orecchie.

I tratti di inchiostro irregolari sulla sua pelle confermerebbero che il gatto era cosciente quando è stato tatuato, una forma di abuso e maltrattamento per qualunque animale e specialmente per uno Sphynx, la cui pelle è molto sensibile.

Nonostante tutto quello che possa aver subito in prigione, il gatto pare essere comunque affettuoso e abituato al contatto umano. Adesso verrà accudito dai dipendenti della struttura in attesa di una adozione consapevole. Nessuno sa quando questa si concretizzerà vista la storia e i segni che questo felino si porterà dietro a vita.

Quanto alla casa circondariale, quello della Secretaría de Seguridad Pública Estatal (SSPE) sarebbe il quarto raid dall’inizio dell’anno. Nei primi giorni di gennaio una decina di agenti di polizia penitenziaria ha perso la vita in una rivolta.

Questa si era conclusa con la fuga di più di 20 carcerati tra cui il capo della banda Ernesto Alfredo Piñón, conosciuto come “El Neto”, morto in uno scontro a fuoco tra le strade di Ciudad Juárez. È probabile che il gatto appartenesse a lui.

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