Succede raramente (anche perché non è l'ospite preferenziale della L. infantum, ma solo un ospite accidentale occasionale), ma anche il gatto può prendere la Leishmaniosi. Con sintomi, però, un po' differenti rispetto al cane
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Quando si parla di Leishmaniosi si pensa sempre ai cani. Ma in realtà la Leishmaniosi può colpire anche il nostro gatto. Solo che succede molto più raramente perché i gatti non sono gli ospiti preferenziali della Leishmania infantum. Tuttavia a volte capita che ci sia questo salto di specie ed ecco che il gatto inizia a manifestare segni di Leishmaniosi, a volte un po’ differenti rispetto a quelli a cui siamo abituati nei cani.
Come fa il gatto a prendere la Leishmaniosi?
La Leishmaniosi è una malattia parassitaria causata da protozoi intracellulari obbligati appartenente al genere Leishmania. Trasmessa dai flebotomi, piccoli insetti gialli e pelosi noti anche come pappataci, qui da noi in Italia la leishmaniosi canina è causata dalla Leishmania infantum.
Tecnicamente il reservoir naturale del parassita sono i cani. Però a volte capita che ci sia il salto di specie e che L. infantum finisca con il parassitare anche i gatti. A dire il vero non si sa esattamente come il gatto contragga la Leishmaniosi, ma verosimilmente accade come succede nel cane (e nell’uomo): è il flebotomo infetto a trasmettere la malattia dopo aver punto l’ospite. E questo accade con la Leishmania nel cane, nell’uomo e nel gatto. (LEGGI anche: Leishmaniosi canina: 4 regole fondamentali per prevenirla)
Seppur maggiormente resistente alla Leishmaniosi rispetto al cane, in letteratura scientifica sono stati segnalati diversi casi di Leishmaniosi nei felini. Fra l’altro, i pappataci possono infettarsi nutrendosi da un gatto malato, esattamente come succede per il cane.
Come capire se il gatto ha la Leishmaniosi: i sintomi
Un po’ come succede per il cane, infezione e malattia anche nel gatto non sempre coincidono. Questo perché gatti positivi potrebbero non sviluppare sintomi di malattia se la loro risposta immunitaria cellulare riesce a tenerla sotto controllo. Qui c’è la prima differenza fra cane e gatto: nel cane si ha una risposta immunitaria di tipo cellulo-mediata associata a una forma di resistenza alla malattia e una risposta immunitaria anticorpale associata a un maggior rischio di sviluppare la malattia, mentre nel gatto di tipo cellulare con attivazione dei macrofagi.
Si pensa che già questa differenza spieghi in parte perché ci sono molti più gatti che cani asintomatici e perché i sintomi siano così diversi. Avevamo parlato qui dei sintomi della Leishmaniosi canina. Nel gatto, invece, come sintomi abbiamo:
- aumento di volume dei linfonodi
- lesioni cutanee
- dermatiti
- noduli e ulcere cutanei (i noduli spesso compaiono su testa, naso, labbra, palpebre arti, mentre le ulcere possono comparire nelle stesse zone dei noduli o anche in forma diffusa, ovviamente peggiorate dalle sovrinfezioni batteriche)
- dermatite ulcerosa
- dermatite esfoliativa (rara)
- alopecia (rara, di solito associata alla contemporanea presenza di Demodicosi)
- raramente prurito
- uveite
- blefarite
- congiuntivite
- stomatite cronica (con o senza noduli)
- dimagramento
- anoressia
- disidratazione
- abbattimento
- letargia
Dal punto di vista degli esami del sangue e delle urine, è possibile riscontrare:
- anemia non rigenerativa normocitica e normocromica
- aumento delle proteine totali
- aumento delle gammaglobuline
- riduzione delle albumine
- aumento della creatinina
- proteinuria
Per la diagnosi, si possono usare test IFA (valori maggiori di 1:80 indicano positività al test, ma un test negativo non esclude la presenza dell’infezione) ed ELISA. Si può anche optare per la PCR.
Esiste una cura per la Leishmania nel gatto?
Non esiste una cura specifica per la Leishmaniosi del gatto. Si usano, infatti, off-label i farmaci utilizzati per i cani. Fra di essi l’allopurinolo (attenzione a tenere sotto controllo il pH delle urine perché l’allopurinolo tende ad alcalinizzarle, aumentando il rischio di sviluppo di calcoli di struvite. Sono anche stati segnalati effetti avversi come insufficienza renale acuta, alterazioni del fegato e dermatite con prurito), la miltefosina (attenzione però al rischio di anemia a corpi di Heinz per via del contenuto in glicole propilenico), l’antimoniato di meglumina e il domperidone.
Rispetto al cane, la prognosi e la durata di vita dei gatti affetti da Leishmaniosi appare migliore. Questo sempre che, contemporaneamente, non ci siano altre malattie come FIV e FeLV. O sempre che il gatto non sviluppi insufficienza renale cronica.
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