Gatto sacro di Birmania: tutto quello che c’è da sapere prima di adottarne uno

Che aspetto ha il gatto sacro di Birmania? Come riconoscere un birmano? Qual è il carattere di questo felino dal pelo folto e setoso? Tutto quello che c'è da sapere sul gatto sacro di Birmania, alla scoperta di una razza felina maestosa e tuttora avvolta da mistero

Il gatto sacro di Birmania, conosciuto generalmente anche con il nome Birmano, è un gatto elegante, dallo sguardo profondo e vispo e un pelo folto da favola. Il suo aspetto è regale, raffinato e affascinante, ma è il suo carattere a stregare ancor di più le famiglie.

Questo gatto ha un’indole molto affettuosa, in più la sua gestione risulta relativamente facile. Ma com’è fatto un gatto sacro di Birmania? Quali sono le caratteristiche distintive di questo meraviglioso felino? Che carattere ha il gatto sacro di Birmania e di che malattie soffre?

Conosciamo approfonditamente questa razza felina magnifica, ripercorrendo la sua storia e scoprendo i suoi tratti più tipici. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul gatto sacro di Birmania o Birmano per potersene prendere cura al meglio in famiglia.

Come nasce la razza del gatto sacro di Birmania?

Le origini di questa razza sono avvolte da mistero tant’é che ancora oggi vi sono discussioni sulla reale provenienza del felino. Se da un lato si crede, infatti, che il gatto sacro di Birmania sia originario della Birmania – l’attuale Myanmar – dall’altro non si può escludere che la razza si sia sviluppata in Francia.

Pare che i primissimi esemplari comparvero proprio sul territorio francese a inizio secolo. È possibile che la razza sia nata sul posto da incroci tra siamesi e persiani e altri gatti o, come alcuni sostengono, da felini provenienti dall’Oriente.

La razza venne riconosciuta ufficialmente in Francia a metà Novecento, ma si diffuse dopo la Seconda guerra mondiale. Pochi esemplari sopravvissero al conflitto. Oggi, il gatto sacro di Birmania è tra i gatti più popolari e amati dagli appassionati di felini.

Perché si chiama gatto sacro di Birmania?

Circolano molte leggende sul gatto sacro di Birmania e sul suo nome. Si racconta, ad esempio, che questo incantevole gatto vivesse in compagnia dei monaci buddisti nei templi della Birmania. Da qui deriverebbe l’aggettivo “sacro” presente nel suo nome.

Una delle leggende che vedono protagonista il gatto narra come l’animale acquisì il suo aspetto in una metamorfosi dal carattere divino. Proprio nel tempio Kittah Mun-Hà, dove risiedevano i sacerdoti Kittah, viveva un gatto di nome Sinh.

Sinh, distesosi sul corpo del suo defunto padrone accanto alla statua della dea Tsun-Kyanksé, si trasformò. Gli occhi divennero color zaffiro, le sue zampe del colore della terra, i piedi di un candido bianco.

Come riconoscere un sacro di Birmania?

Per riconoscere un gatto sacro di Birmania può essere utile attenersi alle indicazioni contenute nello standard della razza, documento che descrive un esemplare tipo. Lo standard del gatto sacro di Birmania ci dice che il felino possiede un corpo di taglia media, muscoloso e abbastanza pesante.

Il peso delle femmine si aggira sui 3,5-4 kg mentre quello dei maschi, più grossi e pesanti, tra i 4 e i 7 kg. La testa è larga e arrotondata, il muso di medie dimensioni con il mento ben sviluppato. Le orecchie sono di media grandezza, arrotondate in punta e posizionate in basso.

Gli occhi del sacro di Birmania sono grandi e di un colore blu intenso, scuro e profondo. Le zampe risultano forti e di media lunghezza con piedi rotondi e bianchi. La coda è mediamente lunga. Il pelo è semilungo, il mantello morbido, setoso e il sottopelo è scarsissimo.

Il classico colore del manto del gatto sacro di Birmania è il seal della trama del siamese, ma a differenza di quest’ultimo i piedi del Birmano sono bianchi. Altre colorazioni riconosciute dallo standard sono blu, chocolate, lilac, red, cream, squama, tabby, smoke e silver.

Che carattere ha il gatto sacro di Birmania?

Il gatto sacro di Birmania ha un carattere socievole e dolce con la sua famiglia e anche con le persone che incontra nel suo ambiente domestico. Sebbene la sua indole sia molto amichevole, il felino non tende a richiedere attenzioni costantemente perché non ama avere tutti gli occhi puntati su di sé.

È presente ma non invasivo, intelligente, vispo e leale e ed è capace di instaurare legami molto profondi con i suoi proprietari. Questo gatto è un gran giocherellone e va d’accordo anche con i bambini, nonostante non ami essere manipolato con insistenza.

Con il suo temperamento mite ma affettuoso, il sacro di Birmania è un animale domestico perfetto anche per gli anziani. Il carattere di questo gatto non rende difficile una convivenza serena anche con altri animali per quanto sia necessario introdurre i nuovi arrivati gradualmente per non turbare gli equilibri in casa.

Cosa dare da mangiare ad un gatto Birmano?

L’alimentazione del gatto Birmano deve comprendere cibo umido e secco di qualità per sopperire alle esigenze specifiche dell’animale e al suo fabbisogno giornaliero. Per le quantità, da calcolare sulla base dello stile di vita dell’animale, età e altri fattori, è opportuno rivolgersi al veterinario di fiducia e seguire alla lettera le indicazioni fornite.

Un piano alimentare personalizzato fornirà al gatto sacro di Birmania tutti i nutrienti indispensabili per una crescita sana. Il cibo andrebbe somministrato 2-3 volte al giorno. Non dimentichiamo inoltre che, a differenza dei cani, i gatti tendono a regolare il loro appetito salvo rari casi.

Quanti anni vive un gatto sacro di Birmania?

Il gatto sacro di Birmania vive, in media, tra i 12 e i 15 anni. L’aspettativa di vita è influenzata naturalmente da diversi fattori. Tra questi lo stile di vita, l’alimentazione o l’insorgenza di patologie.

Si raccomanda di sottoporre il gatto a regolari controlli dal veterinario. Lo stesso discorso vale per qualunque animale.

Quali sono le malattie del gatto sacro di Birmania?

Il gatto sacro di Birmania è un gatto piuttosto sano e robusta. Tra le malattie che potrebbero comunque interessare la razza si segnalano:

  • cardiomiopatia ipertrofica (HCM)
  • malattia renale policistica (PKD)

Che differenza c’è tra Ragdoll è Sacro di Birmania?

Il gatto sacro di Birmania assomiglia molto al ragdoll e non sempre è facile distinguere i due felini al primo sguardo. Osservandoli più da vicino e avendo più informazioni tra esemplari delle due razze possiamo comunque affermare che il gatto sacro di Birmania ha un corpo più snello e leggero del ragdoll.

Il primo pesa infatti tra i 3 e i 7 kg e una figura slanciata, mentre il secondo ha una muscolatura più sviluppata con un peso che raggiunge gli 8-9 kg per i maschi e i 4-5 per le femmine. Le orecchie del sacro di Birmania sono poi leggermente più piccole di quelle del ragdoll.

Il gatto sacro di Birmania è anche più attivo e curioso del ragdoll parlando del carattere. Il ragdoll, invece, è un gatto dalla personalità mite e tranquilla. Del birmano esiste un’unica varietà, mentre 3 sono quelle del radgoll, distinte per il manto: colourpoint, bicolori e mitted.

Il pelo è setoso in entrambe le razze feline con quasi assenza di sottopelo nel gatto sacro di Birmania. Per quanto poco, nel ragdoll il sottopelo c’è.

Come prendersi cura di un Birmano?

Il Birmano non è un gatto particolarmente impegnativo e la sua cura è (quasi) alla portata di tutti. Il pelo dell’animale va spazzolato regolarmente e, ancor di più, nel periodo di muta quando la quantità di pelo perso aumenta.

Una spazzolata due volte a settimana dovrebbe essere sufficiente a tenere in ordine il manto dell’animale. Le unghie potrebbero dover essere accorciate se il gatto non provvede da sé a farlo. In questo caso, se non si è pratici, è meglio affidarsi a un toelettatore o al veterinario.

Per far sì che il gatto possa limare le sue unghie, si consiglia di avere in casa un tiragraffi. Giochi, cucce e mensole per gatti lo intratterranno nel corso della giornata. Puoi realizzarli in casa se vuoi con poco sforzo.

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