È nato Garlic 2.0, il primo gattino clonato in Cina

Dopo la morte del suo gatto Huang Yu non è riuscito a rassegnarsi, così ha pagato 35mila dollari a una società specializzata nella clonazione

Garlic 2.0 è il primo gattino frutto di una clonazione, nato a luglio di quest’anno in Cina dopo un anno di tentativi.

Il micio è il risultato del lavoro della società Sinogene di Pechino, azienda che si occupa della clonazione di animali domestici e che ad oggi ha già clonato ben 40 cani.

La nascita di Garlic 2.0 non è avvenuta all’interno di un esperimento scientifico, bensì per il volere di Huang Yu, distrutto dal dolore dopo la perdita del primo Garlic, morto a soli 2 anni e mezzo.

Il proprietario del gatto non riusciva a rassegnarsi, così si è rivolto a Sinogene per avere una copia uguale in tutto e per tutto al Garlic originale.

A detta dei veterinari della società, clonare felini è particolarmente difficile a causa del loro ciclo riproduttivo, e sono stati necessari diversi esperimenti prima di riuscire a trasferire l’embrione a un gatto surrogato, che ha dato poi al mondo il clone di Garlic.

Garlic 2.0, geneticamente identico al Garlic di partenza, sta crescendo e gode di ottima salute e non mostra comportamenti differenti da quelli dei cuccioli nati in modo naturale.

Garlic 2.0

Huang Yu ha sborsato l’enorme cifra di 35mila dollari per avere Garlic 2.0 e, sebbene il micetto sia uguale al suo precedente gatto, ha dichiarato di sentire ancora la mancanza del primo Garlic.

Probabilmente ciò è dovuto al fatto che ogni gatto è unico: non ci sono garanzie che clone somigli caratterialmente all’esemplare con cui condivide il patrimonio genetico poiché ogni essere vivente sviluppa una propria personalità che non dipende solo dal corredo genetico, ma è influenzata da numerosi fattori esterni.

Forse Huang Yu avrebbe fatto meglio a elaborare la perdita del suo amato Garlic e, una volta superato il lutto, offrire il suo amore a uno dei tanti gatti nati in modo naturale e costretti a vivere in strada.

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Tatiana Maselli

Photo credit: IFL Science

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