British Shorthair: tutto quello che c’è da sapere sul gatto brachicefalo prima di adottarne uno

Che carattere ha il British Shorthair? Come distinguere un esemplare di questa razza? Di che malattie soffre? Tutto sul British Shorthair, un gatto brachicefalo molto elegante, originario del Regno Unito

Il British Shorthair è un gatto brachicefalo affascinante, dal portamento maestoso. Questo felino è molto diffuso in Europa e specialmente nel Regno Unito, Paese di origine della razza.

Adorato dalle famiglie e diventato popolare anche in Italia, il British Shorthair è un perfetto amico a quattro zampe per chi desidera accogliere in casa un gatto. Ma com’è fatto un British Shorthair? Che carattere ha questo micio? Come gestirlo e quali sono le malattie di cui soffre la razza?

Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sul British Shorthair rispondendo a domande e curiosità e vediamo come prendersi cura al meglio di questo magnifico ed elegantissimo gatto inglese.

Che carattere ha il British Shorthair?

Il carattere del gatto British Shorthair è amichevole, affettuoso e indipendente. Questo gatto ha di suo una natura tranquilla e molto alla mano anche per proprietari inesperti. È curioso, intelligente e attirato dalle novità, ma non è vivace come, ad esempio, un gatto del Bengala.

Apprezza molto la compagnia, ma non tende a esternare tutti i suoi sentimenti verso chi ha accanto. Non ama inoltre essere preso in braccio o essere accarezzato di continuo in quanto ha bisogno dei suoi spazi.

Il suo temperamento docile consente tuttavia al British Shorthair di socializzare bene con bambini, persone estranee alla famiglia o altri animali in casa purché non si oltrepassino i limiti. Questo gatto è un po’ uno spirito libero, adatto alla vita familiare, ma senza troppe moine.

Come riconoscere un gatto British Shorthair?

Il British Shorthair è un gatto di taglia medio-grande dal corpo massiccio e ben sviluppato. Lo standard della razza descrive la testa del British Shorthair come rotonda, con un muso piuttosto schiacciato. Le orecchie sono di medie dimensioni, arrotondate e ben distanziate.

Gli occhi sono grandi, rotondi ed espressivi. Il collo è possente, le zampe pesanti con un’ossatura robusta. La coda risulta invece corta, spessa e più sottile verso la punta. Molto particolare è pelo di questo razza, che si presenta corto, folto e morbido.

Il mantello ha diverse sfumature. Tra i colori più comuni del manto troviamo il grigio tendente al blu, il bianco, l’arancione e il nero. Oltre al mantello a tinta unita, il più apprezzato dalle federazioni, lo standard accetta anche molte varietà come il bicolore o il tigrato.

Quanto al peso, gli esemplari maschi adulti di British Shorthair pesano mediamente tra i 5 e gli 8 kg, mentre il peso delle femmine in genere supera i 5 kg.

Che differenza c’è tra Scottish e British Shorthair?

Lo Scottish fold e il British Shorthair sono due razze originarie del Regno Unito e imparentate tra loro. I due gatti si assomigliano molto tranne che per un elemento in particolare: le orecchie.

Le orecchie dello Scottish fold sono piegate per via di un gene dominante che fa sì che queste siano troppo deboli per restare alte. Cadono in avanti, risultando quasi un tutt’uno con la testa del gatto. Nel British Shorthair le orecchie sono invece dritte e ampie.

Entrambe i gatti sono di taglia media con il British Shorthair leggermente più pesante. Anche osservando il muso dei due animali si possono – e diciamo “possono” – provare a cogliere lievi differenze.

Discorso a parte è lo Scottish straight, variante dello Scottish fold in cui le orecchie non presentano la tipica caratteristica della razza. Distinguere uno Scottish straight da un British Shorthair è un terno al lotto poiché le due razze sono estremamente simili.

Cosa mangia un British Shorthair?

Il British Shorthair mangia sia cibo secco che umido. I conoscitori della razza raccomandano però di preferire cibo umido come scatolette e bocconcini e, nello specifico, carne piuttosto che ingredienti vegetali.

Verdura e frutta possono essere somministrate di tanto in tanto, mentre cereali e derivati animali non sarebbero necessari nella dieta del British Shorthair.

La razza ha bisogno di proteine di origine animale e di pochi grassi. Meglio chiedere consiglio al proprio veterinario di fiducia e preferire alimenti di qualità. Anche le quantità sono importanti e vanno seguite per dare al gatto la giusta energia in tutte le fasi della vita.

Quanti anni vive un British Shorthair?

Il British Shorthair è un gatto longevo e ha una aspettativa di vita di 12-18 anni. Non vi è da sorprendersi che molti esemplari superino la ventina. Nel Regno Unito la media si attesta sui 12-14 anni.

Molti fattori influiscono sulla durata della vita di un gatto come le abitudini, l’esercizio fisico dell’animale e naturalmente il quadro clinico. Come tutti i cani e i gatti brachicefali, anche il British Shorthair è incline a molte malattie.

Le patologie più diffuse tra gli esemplari di British Shorthair

Il British Shorthair è un gatto brachicefalo può sviluppare diverse patologie, molte delle quali genetiche. La razza può andare incontro a diversi problemi di salute, alcuni dei quali piuttosto gravi. Ecco i principali:

  • Cardiomiopatia ipertrofica: si tratta di una delle patologie cardiache ereditarie più comuni tra i felini e attualmente senza una cura. La malattia è asintomatica nella fase iniziale. Solitamente si manifesta tra i 4 e i 7 anni con una serie di sintomi, ovvero: soffi cardiaci, dispnea, edema polmonare e versamento pleurico. Questa malattia provoca un ispessimento delle parete cardiaca ventricolare e compromettendo la normale capacità del cuore
  • Sindrome del rene policistico (PKD): questa malattia porta alla formazione di piccole cisti a livello renale che compromettono la funzionalità dell’organo. I sintomi sono simili a quelli dell’insufficienza renale cioè anoressia e perdita di peso, nausea, disidratazione e alitosi. Nella maggior parte dei casi la PKD, di natura ereditaria, ha un’evoluzione piuttosto lenta e non porta a sintomi nei primi anni di vita. La prognosi è peggiore se la malattia si manifesta prima: negli esemplari molto giovani è più bassa la percentuale di sopravvivenza. Invece nei gatti più anziani (fra 8-11 anni), a seconda dello stadio della patologia, le possibilità di sopravvivenza sono maggiori
  • Emofilia B: conosciuta anche come malattia di Christmas, è legata alla carenza del fattore IX della coagulazione che determina emostasi. Si tratta di una patologia autosomica recessiva, legata al cromosoma X.
  • Isoeritrolisi neonatale: è una patologia rara, ma con un’alta percentuale di mortalità e interessa i cuccioli che discendono da madre con gruppo sanguigno B e padre di gruppo A o AB. In genere questi gattini nascono sani e in forze, ma i sintomi compaiono dopo qualche ora o dopo giorni dall’ingestione del colostro della madre. Alcuni muoiono quasi subito senza manifestare i sintomi, altri mostrano chiari segnali di emolisi intravascolare (letargia, mucose pallide, tachicardia e tachipnea, urine scure e collasso) entro la prima settimana di vita. Quelli che sopravvivono sviluppano necrosi, soprattutto alle zampe e alla coda entro il primo mese dalla nascita. L’unico modo per prevenire l’insorgenza di questa malattia è evitare di far accoppiare madri di gruppo sanguigno B con padri A o AB

Quando castrare un gatto British Shorthair?

Il British Shorthair va castrato in età giovane. I veterinari suggeriscono di sottoporre i gatti alla sterilizzazione/castrazione intorno ai 6 mesi, massimo 8, oppure attendere il primo calore, che si verifica tra gli 8 e i 12 mesi.

La decisione spetta sicuramente al proprietario, ma l’operazione è fortemente consigliata poiché non solo riduce il rischio di tumore nell’animale, ma può prevenire alcuni comportamenti fastidiosi, tipici specialmente degli esemplari maschi.

Il più comune è sicuramente lo spruzzare piccole quantità di urina sulle superfici verticali, una pratica che può avere molte spiegazioni.

Quante ore dorme un British Shorthair?

Il British Shorthair dorme in media tra le 10 e le 16 ore al giorno, naturalmente non parliamo di ore consecutive. Questo gatto adora fare pisolini tra un’attività e l’altra, distendendosi e addormentandosi un po’ ovunque.

Il sonno è molto importante negli animali, specialmente se cuccioli. In linea di massima non vi è da preoccuparsi se il gatto dorme parecchio, ma se accanto al sonno dovessero presentarsi sintomi come l’inappetenza allora il gatto potrebbe anche essere malato. In questi casi è opportuno rivolgersi quanto prima a un veterinario.

Come prendersi cura del gatto British Shorthair?

Il British Shorthair è un gatto piuttosto facile da curare. Il mantello corto necessita una spazzolata settimanale per rimuovere il pelo morto, districare eventuali piccoli nodi e mantenere l’intero manto in salute.

Il British Shorthair non va lavato frequentemente salvo rari casi. Come la maggior parte della sua specie, anche questo gatto non va particolarmente matto per l’acqua, mai dire mai però. Per il resto, il felino fa il suo dovere in fatto di pulizia.

Importante è mantenere la lettiera sempre in ordine, pulendola quotidianamente e cambiando la sabbietta una volta a settimana. Anche cuscini e tappetini devono essere accoglienti, lo stesso vale per i tiragraffi con cucce. I tiragraffi dovrebbero essere sempre presenti in una casa in cui c’è un gatto perché permettono al felino di limare le unghie.

Giochi e passatempi per intrattenere il British Shorthair stimolano la sua curiosità, combattendo noia e stress. Non per ultimo, è da tenere sempre a mente che un animale – piccolo o grande che sia – è un impegno, per tutta la vita.

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