Li amiamo per quello che sono, ma a volte ci vuole tanta pazienza, soprattutto perché un nuovo studio, dimostra che i nostri gatti capiscono benissimo il loro nome, ma se non mostrano alcun interesse, è semplicemente perché ci stanno ignorando
Forse non ci voleva neanche la conferma della scienza, chi ha un gatto a casa ha imparato a convivere con le sue abitudini che ammettiamolo, a volte, ci danno proprio ai nervi.
Secondo uno studio pubblicato su Scientific Reports, i ricercatori hanno scoperto che i gatti sono in grado di distinguere i loro nomi da altri suoni casuali. Riescono quindi a capire suoni simili, anche quando sono pronunciati da un estraneo. E allora perché molto spesso quando li chiamiamo, non corrono da noi? Perché fingono di non aver capito, ma hanno la stessa abilità di apprendimento dei cani.
La ricerca è stata condotta da un team giapponese guidato da scienziati della Scuola di specializzazione delle Arti e delle Scienze dell’Università di Tokyo, che hanno collaborato con i colleghi del RIKEN Center for Brain Science.
La ricerca
Nella prima fase dello studio condotto da Atsuko Saito, si è utilizzata la tecnica della “disabituazione-assuefazione”, che viene normalmente utilizzata per l’analisi del comportamento animale.
I ricercatori sono andati a casa di famiglie proprietarie di gatti e hanno chiesto loro di pronunciare quattro parole con la stessa fonetica del nome del gatto, che andava pronunciato come quinta parola.
Tutti i gatti al suono delle parole avevano movimenti della testa, coda e orecchie. Alla quarta parola molti si erano già disinteressati, ma alla quinta, cioè quella con il loro nome, 9 gatti su 11 (coinvolti nella prima fase) si sono riattivati.
Per non lasciare nulla al caso, gli scienziati hanno poi fatto una seconda prova, con altri gatti e altre quattro famiglie che avevano più felini in casa.
Hanno chiesto ai loro proprietari di pronunciare i nomi degli altri felini prima di arrivare a quello del gatto interessato alla ricerca. In questo caso, 6 dei 24 felini hanno dimostrato un graduale disinteresse nome dopo nome, riattivandosi alla pronuncia del loro.
Nell’ultima fase, il team ha fatto un test nei neko bar dove si può fare colazione con i gatti, per verificare appunto le reazioni ai nomi pronunciati da sconosciuti e non dai proprietari.
In questo caso sono stati 3 su 9 a muovere leggermente la testa e le orecchie all’ascolto del proprio nome. Secondo i ricercatori quindi, questi dati sono sufficienti per capire che i gatti capiscono i loro nomi.
“Questa è la prima prova sperimentale che mostra la capacità dei gatti di comprendere le espressioni verbali umane”, dicono i ricercatori.
Adesso lo studio proseguirà per capire se i gatti sono in grado di distinguere il nome come identificativo per loro o riconoscono solo la parola intesa come suono.
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