Un video girato sotto copertura in un allevamento intensivo di galline ovaiole mostra le drammatiche condizioni in cui gli animali vengono detenuti
Galline malate, prese a bastonate e gettate vive in montagne di cadaveri, lasciate agonizzanti per diversi minuti senza pietà. L’ennesima storia di maltrattamento sugli animali arriva dall’organizzazione Essere Animali, con un video shock realizzato da un investigatore sotto copertura in un allevamento intensivo.
Con una telecamera nascosta, l’attivista ha filmato le condizioni drammatiche in cui vengono detenute le 56mila galline ovaiole, le cui uova vengono commercializzate dal marchio Naturelle.
“La legge consente l’abbattimento d’emergenza di un animale malato e il colpo di percussione alla testa è un metodo ammesso per le specie avicole, ma deve essere effettuato da persone con un’adeguata formazione e in modo da non causare agli animali sofferenze evitabili. In questo allevamento il personale, dopo aver colpito le galline con metodi improvvisati, non ne controlla nemmeno l’avvenuto decesso. La morte di questi animali non è immediata, ma lenta e dolorosa”, ha dichiatato l’associazione.
Nel video si vedono anche gli operatori mentre spostano le galline scagliandole con violenza da una gabbia all’altra, senza curarsi della possibilità di causare loro fratture o addirittura la morte.
Inoltre dalle immagini il tipo di gabbie e il numero di animali stipato per gabbia non sembrano rispettare la normativa sulla protezione delle galline ovaiole.
“L’allevamento in gabbia è consentito, ma è brutale – ha sottolineato Essere Animali – Per legge ogni gallina dispone di soli 750 cmq, uno spazio poco più grande di un foglio da fotocopie in cui non riesce nemmeno a distendere le ali. La quasi totale immobilità, la mancanza di luce naturale e lo sfregamento continuo con il pavimento e le sbarre di ferro provocano agli animali problemi alle articolazioni, anemia e perdita delle piume. Le condizioni degli allevamenti in gabbia sono così anguste che le galline vengono mutilate del becco, per evitare che si uccidano fra loro per lo stress.”
Lo scorso anno in Italia sono state prodotte 12 miliardi di uova da quasi 40 milioni di galline. Circa la metà delle galline ovaiole viene allevato in gabbia.
Per sapere come vengono allevate le galline che si acquistano è possibile controllare il primo numero del codice stampato sul guscio dell’uovo: solo il numero zero e il numero 1 garantiscono che le galline non siano allevate all’interno di gabbie.
Oltre a verificare il codice presente sul guscio, Essere Animali invita a ridurre il consumo di uova:
“Il nostro invito è anche quello di ridurre i consumi. Ogni italiano mangia in media 200 uova l’anno, un numero che rende necessari allevamenti intensivi che, come documentato anche con altre indagini realizzate presso diversi produttori di uova, non possono garantire agli animali condizioni di vita dignitose. Come consumatori abbiamo il potere di influenzare il mercato, ma un segnale importante deve provenire anche dalle Istituzioni. Per questo abbiamo lanciato una petizione per esortare la politica a riformare le leggi sulla protezione degli animali negli allevamenti.”
Essere Animali ha denunciato la gravissima situazione riscontrata nell’allevamento ai Carabinieri Forestali di Verghereto (FC), luogo in cui si trova la struttura, e ha chiesto che venga riconosciuto il reato di maltrattamento di animali.
Un trattamento simile viola infatti le norme contenute nel D.Lgs 26 146/2001 sulla protezione degli animali negli allevamenti e che punisce chi provoca lesioni fisiche gravi agli animali con crudeltà e senza necessità.
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Tatiana Maselli
Photo credit: Essere Animali