A due mesi dal terremoto, sono iniziate da poco le operazioni di salvataggio degli animali domestici anche grazie all'intervento dell'International Fund for Animal Welfare
Dopo dal sisma, è iniziata l’operazione di evacuazione degli animali abbandonati in Giappone. Grazie ad una relazione inviata dall’International Fund for Animal Welfare (IFAW) che nei giorni scorsi ha convocato un vertice a Tokyo con i maggiori esperti in materia, per trovare il modo per salvare gli animali che sono rimasti abbandonati dopo il terremoto in Giappone. All’incontro era presente anche il Ministero giapponese per l’Ambiente e quello dell’Agricoltura, delle foreste e pesca (MAFF).
Una volta diffusi i protocolli per la sorveglianza sicura, è stato possibile iniziare le operazioni di evacuazione e di cura gli animali contaminati dalle radiazioni, in un’area a 20 km dalla prefettura di Fukushima.
“Il Comitato ritiene estremamente importante che le operazioni di salvataggio degli animali dovrebbero continuare all’interno di una zona di 20 chilometri“, ha detto il dottor Dick Green, Manager dell’IFAW per i disastri ambientali. Continua: “Le raccomandazioni sono state fornite per garantire la sicurezza umana e animale e il Comitato ritiene che, fintanto che questi protocolli di sicurezza sono seguiti, le squadre di soccorso ben addestrate ed equipaggiate dovrebbero continuare a rimuovere gli animali dalla zona di restrizione“.
Ma secondo Geapress, ancora c’è molto lavoro da fare. “Si è iniziato con 27 cani e due gatti che i proprietari avevano dovuto lasciare presso le proprie case” si legge sul sito ma rimangono ancora almeno 200 animali domestici da salvare, per i quali i livelli di contaminazione non sembrano essere un pericolo.
“Gli animali di Fukushima sono stati nei nostri pensieri dopo il disastro” ha continuato Dick Green. “Siamo estremamente sollevati di sapere che il Giappone ha iniziato questo sforzo di salvataggio. Il team di veterinari e funzionari del Ministero dell’Ambiente sta seguendo le nostre raccomandazioni del Comitato volte a garantire la sicurezza sia per gli animali che per le persone“.
Resta ancora incerta la situazione degli animali da reddito, la maggior parte morti dentro i recinti che lo ospitavano. Null’altro si sa di quelli allo stato brado. Secondo quanto riferito da fonti ufficiali giapponesi, nella zona evacuata dovrebbero essere rimaste 3mila mucche, 30mila maiali, 600mila polli e molti altri animali domestici. Difficile sperare di salvarne qualcuno.
Francesca Mancuso