Non lasciarti trarre in inganno dal suo aspetto, questo piccolo pennuto che popola le isole Galapagos ha la fama di essere un vero vampiro della sua famiglia e il perché non è difficile da intuire. Diversamente da altri uccelli si nutre infatti del sangue di altre specie
Un uccello “Dracula”, a dirla così sembrerebbe l’intro di un racconto dell’orrore in chiave naturalistica, ma un uccello ematofago tutt’altro che folkloristico esiste realmente e, non a caso, è conosciuto come il fringuello vampiro, nome scientifico Geospiza septentrionalis.
Questa specie è nativa delle isole Galapagos, arcipelago in cui non vi sono solamente le famose tartarughe giganti, ma può vantare una biodiversità sorprendente. E questo uccello è un esempio.
Il suo aspetto potrebbe trarre in inganno chiunque. Piccolo, dal piumaggio nero nei maschi e bruno nelle femmine, ma con un becco molto affilato. Proprio grazie a quest’ultimo incide le sue prede, nutrendosi del loro sangue.
The Vampire Finch is most famous for its unusual diet. It occasionally feeds by drinking the blood of other birds,…
Posted by Always looking at the sky on Wednesday, June 26, 2019
La sua dieta è tutto fuorché usuale, ma c’è da dire che il sangue non rappresenta la sua fonte principale di nutrimento. Come altre specie, tra cui quella mostrata nella foto dell’articolo, si ciba di semi, ma anche di piccole uova.
In tutte le isole Galapagos sono state identificate 13 specie di fringuelli, 14 se si tiene conto di una presente sulla Cocos Island, in Costa Rica. Queste sono note anche come Darwin’s finches, fringuelli di Darwin e si distinguono in base all’habitat, alla dieta e alle dimensioni e forma del becco.
Per via della sua alimentazione particolare e per l’areale di distribuzione confinato tra le isole di Wolf e Darwin, il fringuello vampiro è stato classificato perciò come una subspecie distinta del Geospiza difficilis, il fringuello dal becco aguzzo.
Attualmente questo uccello vampiro è inserito nella Lista rossa della IUCN. Il suo stato di conservazione è ritenuto vulnerabile.
Fonte: Galapagos Conservation Trust
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