Il giovane filmato mentre lancia ripetutamente un gattino contro il cemento a Marsiglia è stato condannato a un anno di carcere senza condizionale per maltrattamenti agli animali. Si chiama Ghilas Farid, ha 24 anni ed è stato processato per direttissima ieri pomeriggio. Il merito? Della mobilitazione online.
Il giovane filmato mentre lancia ripetutamente un gattino contro il cemento a Marsiglia è stato condannato a un anno di carcere senza condizionale per maltrattamenti agli animali. Si chiama Ghilas Farid, ha 24 anni ed è stato processato per direttissima ieri pomeriggio. Il merito? Della mobilitazione online.
Il video in questione, infatti, ha fatto rapidamente fatto il giro del web, sollevando la mobilitazione del forum americano 4chan e una petizione con più di 250mila firme raccolte in poche ore. Sono nate anche diverse pagine Facebook contro l’autore del gesto. Poi, finalmente, una denuncia da parte della Fondazione Brigitte Bardot, per crudeltà e abusi.
È così che Oscar, un maschietto di soli cinque mesi lanciato ripetutamente per aria, ha avuto giustizia. Lui è un miracolato: è riuscito a sopravvivere cavandosela con una zampina fratturata, che sarà operata a breve. Per i giudici Farid ha mostrato un “freddo sadismo”, ma “gli animali non sono oggetti volgari” , sono “esseri viventi con sensibilità”.
Jean-Marc Neumann , avvocato e vicepresidente della Fondazione Droit animal, éthique et sciences, ci tiene a sottolineare che la decisione del tribunale di Marsiglia è stata esemplare. Essa contrasta con le precedenti decisioni in materia di maltrattamento di animali, solitamente molto più leggere. Il codice penale francese punisce severamente gli atti di crudeltà o di abuso contro gli animali, che sono considerati reati.
Dal 1999, l’articolo 521-1 condanna a due anni di reclusione e a una multa di 30.000 € chi commette “pubblicamente o in altro modo, gravi abusi fisici o di natura sessuale, o commette atti di crudeltà verso un animale domestico o addomesticato o tenuto in cattività”. Ma finora i giudici sono stati clementi, non applicando il codice penale in tutto il suo rigore: si registrano, infatti, solo piccole ammende (circa 500 euro o 1000) e mai il carcere.
Il fatto che la condanna di Farid Ghilas sia stata molto più forte si deve probabilmente proprio alla mobilitazione su Facebook e Twitter, così come alla petizione che chiedeva una “condanna esemplare”. E siccome Farid Ghilas può ancora impugnare la decisone dei giudici, la paura è che la sua pena venga ridotta quando la pressione sarà calata. “Temo che si tratti di un caso isolato ed eccezionale, a meno che parta una mobilitazione sistematica di utenti per ogni caso di abuso”, conclude amaramente Neumann.
Roberta Ragni
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