Una nuova ricerca di CIWF, pubblicata oggi in occasione della Giornata mondiale del Polpo, punta il dito contro l'Italia che ha investito fondi pubblici in un sistema di allevamento dannoso per animali e ambiente
Oggi, in occasione della Giornata mondiale del Polpo, la Compassion in World Farming (CIWF) ha rivelato qualcosa che non ci piace affatto: l’Italia ha stanziato oltre un quarto di milione di euro per sostenere lo sviluppo dell’allevamento di polpi.
Sì, avete letto bene. Mentre ospedali, scuole e infrastrutture soffrono la mancanza di fondi, il nostro governo ha scelto di investire soldi pubblici per una pratica crudele e insostenibile. E l’Italia ovviamente non è sola. A livello globale, sono stati spesi almeno 13,3 milioni di euro per questo folle progetto.
La Spagna guida questa corsa con quasi 10 milioni di euro investiti. Una cifra sconvolgente che, oltre a essere una palese violazione del rispetto per gli animali, rappresenta un affronto alle reali priorità ambientali e sociali. L’Europa invece ha stanziato 3,6 milioni di euro, sia come finanziamento che come parte di prestiti per sostenere le aziende private coinvolte.
Ma perché l’allevamento di polpi è così problematico? Prima di tutto, i polpi sono creature estremamente intelligenti e solitarie, totalmente inadatte alla vita in cattività. Rinchiuderli in spazi ridotti provoca stress, comportamenti aggressivi e, in alcuni casi, episodi di cannibalismo. Nel corso della loro evoluzione, questi animali hanno sviluppato comportamenti complessi per sopravvivere nei mari e non certo nelle vasche degli allevamenti intensivi.
In secondo luogo, c’è l’enorme impatto ambientale. I polpi, in quanto carnivori, devono essere nutriti con pesce catturato in natura, aumentando così la pressione sulla pesca già sovrasfruttata. Invece di proteggere gli oceani e le risorse ittiche, stiamo quindi finanziando un sistema che li distrugge ulteriormente, minacciando le comunità costiere e la biodiversità.
Ci indigniamo quando sentiamo di fondi pubblici mal gestiti e anche in questo caso la rabbia è più che giustificata. Con il 84% degli italiani che, secondo un sondaggio CIWF, ritiene che il denaro pubblico dovrebbe sostenere solo pratiche sostenibili, è chiaro che l’opinione pubblica è contraria a queste scelte scellerate.
Le associazioni animaliste e ambientaliste hanno lanciato un appello: fermiamo immediatamente i finanziamenti all’allevamento di polpi. La Spagna, principale responsabile di questa follia, è già nel mirino. Infatti, alla luce delle rivelazioni della ricerca pubblicata da CIWF, oltre 90 associazioni e figure di spicco hanno fatto appello al Presidente del Governo spagnolo, principale finanziatore dell’allevamento di polpi, affinché interrompa i fondi pubblici destinati a questa pratica e avvii il processo legislativo per vietarla.
Ma anche l’Italia non può più permettersi di ignorare le conseguenze di queste scelte. Non si tratta solo di soldi sprecati, ma di un affronto verso tutti coloro che lottano per un mondo più equo e sostenibile.
Gli allevamenti intensivi di polpi sono un disastro annunciato (questo è anche il titolo di un report di CIWF). Non possiamo più tollerare che le nostre tasse finanzino la sofferenza di animali senzienti e la distruzione degli ecosistemi marini.
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Fonte: CIWF
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