E' difficile restare indifferenti alla strage che si è consumata in Ucraina sulle spalle di centinaia, migliaia, di randagi, morti per "ripulire" le strade. Eppure succede. Oggi, alle 18.00 gli azzurri scenderanno di nuovo in campo, l'Italia affronta la Croazia, alle 18.00, a Poznan. Boicottiamo Euro 2012!
È difficile restare indifferenti alla strage che si è consumata in Ucraina sulle spalle di centinaia, migliaia, di randagi, morti per “ripulire” le strade. Eppure succede, visto che quasi 13 milioni di spettatori hanno seguito l’esordio della Nazionale italiana agli Europei per la partita contro la Spagna. Oggi, alle 18.00 gli azzurri scenderanno di nuovo in campo, l’Italia affronta la Croazia, a Poznan. E tutti di nuovo davanti al televisore a tifare, a sventolare tricolori.
Le immagini di quegli esseri viventi straziati saranno ancora una volta dimenticate, calpestate come la loro vita. Lo share schizzerà di nuovo (domenica è arrivato al 62,67%). Nemmeno la decisione del Presidente Giorgio Napolitano, di concerto con gli altri omologhi europei, di boicottare il vertice dei capi di Stato dei Paesi dell’Europa centrale, convocato a Yalta in Ucraina, come segnale di protesta contro la «giustizia selettiva», che ha portato all’incarcerazione dell’ex primo ministro ucraino e leader dell’opposizione Yulia Timoshenko, ha allontanato gli italiani dalla loro cieca e integralista fede calcistica. Tutti pazzi per il pallone. Del resto, in fondo, chi se ne importa.
A poche ore dal via ufficiale di Euro 2012, anche il governo inglese di David Cameron si è allineato con gli altri grandi d’Europa, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel al neo presidente francese Francois Hollande, dal presidente della Commissione Europea, José Manule Barroso, al presidente ceco Vaclav Klaus, tutti assenti per scelta. “Grande esempio di coerenza, ma non dal nostro presidente Giorgio Napolitano che ha preferito assistere sugli spalti alla partita dell’Italia ignorando tutta la questione. Come italiano mi sento indignato da tale gesto ipocrita, è un esempio negativo di contraddizione, va bene che in Italia il calcio non è solo uno sport ma rappresenta, ingiustamente, il simbolo della nostra identità, ma non può e non deve per nessun motivo travalicare i principi ed i valori fondanti della democrazia“, ha dichiarato il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli.
Sappiamo tutti ormai, purtroppo, che dal 2010 le strade di Kiev sono impregnate del sangue di decine di migliaia di randagi, cani per la grandissima parte, ma anche gatti, ammazzati nei modi più barbari. Il problema del randagismo di cani e gatti, e le violenze sugli animali, certo, “sono di lunga data in Ucraina, ma è proprio nel 2010, dopo l’ufficializzazione dell’Ucraina come paese ospite di Euro 2012, che le stragi aumentano in numero e crudeltà“, spiega Animal Equality sul suo blog. Gli animali iniziano allora ad essere uccisi nelle strade sommariamente e in massa, al punto che oggi, nella capitale Kiev, ne sono rimasti davvero pochi. Liberare le strade dai randagi è stata una priorità per il governo ucraino negli ultimi mesi. Le autorità locali hanno sostenuto chiunque volesse dare un aiuto in tal senso, premiando il lavoro “fai da te”. Ogni cittadino che ha ucciso un cane ha ricevuto un premio in denaro per il suo gesto.
Ora c’è addirittura qualcuno che ha il coraggio di negare tutto: quel sangue sgorgato a fiumi è frutto di un abbaglio, anzi di un complotto. La strage dei randagi in Ucraina è una bufala. Piacerebbe davvero a tutti che fosse realmente così. Purtroppo non è così che stanno le cose. Anzi, quel che è accaduto lo sapevano anche ai piani alti della Uefa. Già nel settembre 2011 Michel Platini, il presidente della Union of European Football Associations, in seguito alla sua prima visita nelle città che ospitano il campionato europeo, ignorò delibiratamente la vicenda, anche se era stato informato da tutte le associazioni, dai singoli, dai volontari che giorno dopo giorno urlavano sperando di incontrare l’aiuto e il sostegno di qualcuno che avrebbe potuto fare la differenza.
Andrea Cisternino, fotoreporter italiano e delegato Oipa a Kiev, afferma: “è una questione di impegno e trasparenza. Nessuno accusa la UEFA di aver comandato le uccisioni, ma poteva sicuramente usare il suo peso diplomatico per costringere veramente le autorità ucraine a fermarle“. Nel frattempo i volontari hanno fatto quello che potevano, sterilizzando gli animali, nutrendoli, curandoli, ma le stime parlano di numeri da capogiro: almeno 20.000 animali uccisi per sgomberare le strade, per permettere ai tifosi in visita in Ucraina di camminare senza doversi scontrare con lo sguardo triste e cupo di questi animali.
“Nessuno, ai piani alti di quella colossale e ingorda macchina da soldi che è diventato il calcio, ha avuto il cuore o il fegato di prendere una posizione decisa al riguardo. Non i dirigenti, non i giocatori, non i giornalisti sportivi, non i molti prezzemoli dello spettacolo che ostentano volentieri la loro fede (!!!) calcistica — e nemmeno i tifosi. A parte qualche lodevole eccezione, da contare su assai poche dita, nessuno dei molti frequentatori di tribune negli stadi, negli studi e da casa ha sentito il bisogno di dire qualcosa sull’argomento“, scrive la filosofa antispecista Alessandra Colla sul blog Asinus novus.
E così si giocano con regolare indifferenza le partite, i tifosi esultano o rimangono delusi negli stadi, Kiev vive i suoi europei nel giubilo generale, tra risate, divertimento, tifo e sport. “Si può invertire la tendenza? Credo di sì. Non c’è meccanismo che non possa essere messo in difficoltà da un granello di polvere, un sassolino o un corpo estraneo. E quelli che non si riconoscono più — che non si vogliono più riconoscere — in questa compagine socio-culturale cominciano a essere numerosi, e cominciano a strutturarsi a vari livelli“, chiude il post di Alessandra Colla. Anche per questo è importante spegnere la tv e rinunciare a una partita, per dare un calcio a uno sport passato da manifestazione sportiva a fabbrica di soldi sporca di sangue. Ognuno di noi può essere quel sassolino che ne fa saltare gli ingranaggi: boicottiamo Euro 2012!
Roberta Ragni
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