Più di 300 elefanti massacrati in Camerun (video)

Una strage di elefanti. È quella che si è consumata tra gennaio e marzo di quest'anno in Camerun, dove i bracconieri hanno ucciso 300 esemplari all'interno del Bouba N'Djida National Park, confermando che la caccia di frodo in Africa ha raggiunto livelli record, con decine di migliaia di pachidermi, soprattutto della foresta dell'Africa centrale, barbaramente sterminati ogni anno per l'avorio delle loro zanne, trafficato nei mercati asiatici.

Una strage di elefanti. È quella che si è consumata tra gennaio e marzo di quest’anno in Camerun, dove i bracconieri hanno ucciso 300 esemplari all’interno del Bouba N’Djida National Park, confermando che la caccia di frodo in Africa ha raggiunto livelli record, con decine di migliaia di pachidermi, soprattutto della foresta dell’Africa centrale, barbaramente sterminati ogni anno per l’avorio delle loro zanne, trafficato nei mercati asiatici.

In occasione della Giornata mondiale degli elefanti, domenica prossima 12 agosto, e a sei mesi da questa orrenda strage, il WWF lancia la video denuncia con le sconvolgenti e crude immagini del massacro, per fare in modo che questa data non si trasformi a breve in una celebrazione per una specie estinta, se il bracconaggio e il commercio illegale d’avorio e di fauna selvatica non verranno fermati. “Oggi le tecniche usate dai bracconieri e la criminalità organizzata legata ed essi, sono sempre più sofisticate. Stanno invadendo i paesi africani, causando non solo la strage della fauna selvatica, ma anche l’uccisione dei ranger, terrorizzando così le comunità locali“, spiega Isabella Pratesi, Direttore delle Politiche di Conservazione Internazionale del WWF Italia.

Ora, però, il governo del Camerun ha messo a punto un piano per reclutare 2500 nuovi ranger nei prossimi cinque anni. Il paese dell’Africa centrale intende istituire anche un nuovo parco nazionale, a seguito dell’approvazione da parte del primo ministro, di un piano di emergenza per mettere in sicurezza tutte le aree protette di frontiera. Il Ministro per le Foreste e la Fauna, Ngole Philip Ngwese, durante una recente visita al programma di formazione militare ha incitato le reclute con le seguenti parole: “non vediamo l’ora di vedervi in azione per mettere in atto il percorso che noi tutti condividiamo. Dovete capire che state lavorando per la nazione e per proteggere la nostra biodiversità, che è una delle ricchezze del Camerun“.

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Sembra, insomma, che finalmente il Camerun abbia fatto la cosa giusta, assegnando risorse aggiuntive per questo grave problema di sicurezza nazionale. Meglio tardi che mai. Ma anche altri paesi dell’Africa centrale dovrebbero seguire questo esempio. “Uccisioni di elefanti su così larga scala, come quello visto nel Parco di Bouba N’Djida, possono accadere quasi ovunque regione nei paesi del centro Africa. Recentemente è arrivata la segnalazioni di altri 30 elefanti massacrati in una sola notte in Ciad“, ha detto Massimiliano Rocco Responsabile del Programma Specie del WWF Italia.

Proprio per porre la massima attenzione sui massacri compiuti nel continente africano, all’inizio di quest’anno il WWF ha lanciato la campagna “Green Heart of Africa“, per i territori del Bacino del Congo che abbracciano 6 paesi del Centro Africa. Le foreste di quest’area rappresentano il secondo serbatoio di assorbimento del carbonio del mondo per importanza, svolgendo le funzioni di “polmone” del clima mondiale e di regolatore del clima della regione. Il taglio illegale e non sostenibile, la costruzione di strade e dighe e le attività minerarie stanno decimando le foreste. Nondimeno, è la caccia alle specie selvatiche, come i gorilla e gli elefanti di foresta, il pericolo più insidioso, in quanto le foreste stanno subendo un progressivo depauperamento della fauna selvatica.

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