Non c’è pace per gli elefanti. Continua, purtroppo, la piaga del loro sfruttamento per trasportare i turisti. L’elefantessa Sambo è l’ultima vittima a noi nota. E’ morta in Cambogia dopo una vita molto faticosa.
Non c’è pace per gli elefanti. Continua, purtroppo, la piaga del loro sfruttamento per trasportare i turisti. L’elefantessa Sambo è l’ultima vittima a noi nota. È morta in Cambogia dopo una vita molto faticosa.
L’elefantessa si è accasciata a terra all’improvviso in una giornata di caldo torrido. Sarebbe morta di infarto per via delle alte temperature che l’hanno sfinita ma le cause potrebbero essere ben altre.
Infatti Sambo era una dei tanti elefanti che in Cambogia vengono utilizzati come attrazione turistica e come mezzo di trasporto per i viaggiatori. Purtroppo questi elefanti vengono maltrattati e considerati come una mera fonte di guadagno da chi lavora a contatto con i viaggiatori.
Un post pubblicato su Facebook da Yem Senok lo scorso 22 aprile mostra le immagini dell’elefantessa Sambo ormai accasciata a terra. Secondo gli animalisti, l’elefantessa è morta perché è rimasta senza forze dopo aver trasportato centinaia di turisti negli ultimi anni nella località di Angkor Wat.
Una petizione per fermare lo sfruttamento degli elefanti in Cambogia ha raccolto 14 mila firme in sole 48 ore dopo la notizia della scomparsa dell’elefantessa. Sambo è morta dopo aver trasportato due turisti, uno alla volta, per 40 minuti, accompagnandoli da un tempio all’altro in un antico sito archeologico. Sambo aveva tra i 40 e i 45 anni.
Secondo il veterinario che è intervenuto per verificare l’accaduto, Sambo è morta di infarto a causa delle temperature elevate e della mancanza di vento. L’elefantessa lavorava per la Angkor Elephant Company dal 2001.
Gli attivisti della Cambogia sperano che la tragica morte di Sambo possa condurre alla messa al bando dello sfruttamento degli elefanti nel settore turistico. I turisti possono pensare che cavalcare un elefante in vacanza non provochi nessuna conseguenza negativa, ma gli elefanti purtroppo vengono maltrattati in continuazione e dunque è giunto il momento di dire basta.
Il mese scorso il World Animal Protection Group ha annunciato di voler intervenire per supportare più di 100 operatori del turismo per fermare gli abusi sugli elefanti per l’intrattenimento dei viaggiatori.
Lo sfruttamento degli elefanti non avviene soltanto in Cambogia e in Thailandia. In Italia infatti i circhi con gli animali sono ancora permessi. La speranza è che il nuovo Ddl sull’argomento, da poco giunto in Senato, possa metterli al bando in nome di un circo senza animali e senza sfruttamento.
Firma qui la petizione per dire stop allo sfruttamento degli elefanti.
Marta Albè
Fonte foto: Yem Senok
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