Operano drago di Komodo e trovano una bottiglia di plastica intera nel suo stomaco

Questo drago di Komodo ha subito un intervento chirurgico per rimuovere una bottiglia d'acqua che era stata lasciata cadere nel suo recinto

Nel suo stomaco aveva un’intera bottiglia di plastica che era stata lanciata nel recinto di questo drago di Komodo femmina, già sfortunata perché rinchiusa nello zoo di Miami. La plastica la stava letteralmente soffocando ed è stato necessario un intervento chirurgico di molte ore, per estrarre il corpo estraneo.

Parliamo spesso degli animali vittime della plastica: uccelli, tartarughe pesci che la ingeriscono accidentalmente scambiandola per cibo. I nostri mari sono delle vere e proprie isole di plastica, ma a quanto pare simili incidenti capitano anche allo zoo. In questi giorni, infatti, Estrella, il drago di Komodo di 9 anni che vive in un recinto a Miami è stata sottoposta a un lungo intervento chirurgico e quello che è venuto fuori dal suo stomaco ha veramente dell’incredibile: una bottiglia di plastica sana, che sicuramente qualcuno avrà lanciato oltre la recinzione.

drago di komodo

@Ron Magill

drago di komodo

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Per fortuna il drago di Komodo, la lucertola più grandi del Pianeta, cento volte più grandi di quelle normali, non è morta, ma c’è andata molto vicina. L’intervento è durato tre ore in tutto e dallo zoo spiegano:

“L’intervento chirurgico su Estrella è stato piuttosto lungo. C’è sempre il rischio, specialmente con i rettili. A volte l’immobilizzazione e l’anestesia stessa possono avere più rischi rispetto all’intervento chirurgico. Abbiamo dovuto spostare diversi strati di muscoli e pelle per raggiungere lo stomaco”.

drago di komodo

@Ron Magill

Questa non è la prima volta che oggetti di plastica sono stati trovati all’interno di recinti di animali, già negli scorsi anni c’erano stati incidenti simili.

Nello stomaco di animali erano finiti ciucci, bottiglie di plastica, occhiali da sole e addirittura cellulari e apparecchi acustici.

Un motivo in più per boicottare gli zoo…

Fonte: Ron Magill/Facebook

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