Dopo la morte di Poldo, vi spieghiamo perché sospendere immediatamente il protocollo “ammazza-cinghiali”

A Roma l'amministrazione capitolina è nuovamente nell'occhio del ciclone dopo la triste vicenda del cinghiale Poldo. Le associazioni animaliste si rivolgono al Comune e alla Regione, chiedendo di interrompere da subito queste barbare uccisioni

I romani e tutta l’Italia sono indignati per quanto accaduto nel quartiere nord di Roma di Vigna Clara dove un cinghiale di nome Poldo, conosciuto da tutti i residenti, è stato narcotizzato ed abbattuto senza alcun motivo nei giorni scorsi, con una evoluzione della vicenda ormai nota. (Leggi anche:Addio Poldo, a Roma si continuano ad ammazzare i cinghiali come se niente fosse)

Tra le associazioni animaliste che hanno fatto sentire la propria voce in merito a questo orribile avvenimento vi è la LAV che sollecita un urgente confronto tra gli enti animalisti, il Comune e la Regione per la ridefinizione del cosiddetto protocollo “Ammazza-cinghiali” del 2019, firmato da Regione Lazio, Città Metropolitana e Roma Capitale, e approvato dall’Assemblea Capitolina.

Senza l’adozione di provvedimenti adeguati che escludano il ricorso alle uccisioni, la presenza dei cinghiali a Roma continuerà ad essere un problema irrisolto. Non possiamo permettere che la questione cinghiali venga affrontata con l’abbattimento degli animali”

scrive la LAV nella sua denuncia, rimarcando l’importanza di azioni non violente e funzionali nel tempo come una migliore gestione dei rifiuti o la recinzione dei parchi per tenere lontani gli animali selvatici dai centri e proteggerli dai pericoli che incontrano in questi, come alcuni esseri umani.

Uccidendo gli adulti di questi animali s’innesca una risposta compensativa nella fertilità. Gli esemplari aumentano di numero e si disperdono sul territorio. Servono soluzioni civili e incruente. Ribadiamo il no alle uccisioni”

continua la Lega Anti Vivisezione, al di là del fattore etico. Poldo era un cinghiale innocuo, non faceva del male a nessuno e non arrecava alcun disturbo, anzi era stato accolto dai residenti di Vigna Clara che affettuosamente gli avevano dato un nome. Come Poldo, nel 2020 anche la famiglia di cinghiali che vagava nei giardinetti romani, a cui era toccata la stessa sorte, con la stessa esatta dinamica.

La LAV ha chiesto ora il referto dell’esame autoptico eseguito sul corpo di Poldo per condannare chi ha compiuto questo gesto e la legge che lo consente.

Fonte: LAV

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