La clamidia si sta diffondendo sempre più rapidamente tra i koala, rendendoli ciechi e sterili, e portandoli anche alla morte
La clamidia si sta diffondendo sempre più rapidamente tra i koala, rendendoli ciechi e sterili, e portandoli anche alla morte. E se il vaccino sperimentale non si dovesse rivelare efficace, si rischia una strage senza precedenti
Non c’è pace per i koala. Dove i terrificanti incendi che hanno colpito il loro habitat tra il 2019 e il 2020, adesso devono fare i conti con un’altra grande minaccia: la clamidia, una malattia a trasmissione sessuale che – secondo gli esperti – potrebbe portarli all’estinzione in gran parte dell’Australia.
La malattia si è già diffusa a macchia d’olio, interessando oltre l’80% della popolazione che vive in una zona rurale nell’est del Paese, mettendo in allerta gli studiosi che parlano già di possibili “estinzioni localizzate”.
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Clamidia, la “malattia silenziosa” che minaccia la sopravvivenza dei koala
Ma di che si tratta esattamente? La clamidia è un’infezione a trasmissione sessuale provocata dal batterio Chlamydia Trachomatis. Ogni anno colpisce circa 100 milioni di persone e, se non viene curata correttamente, può portare all’infertilità. Nei koala, invece, causa cecità e cisti molto dolorose nell’apparato riproduttivo, che possono essere causa di sterilità o provocare addirittura la morte.
Solitamente la clamidia viene curata con antibiotici, ma il problema è che questi possono distruggere la delicata flora intestinale dei koala e molto spesso questi marsupiali muoiono a seguito delle cure.
Fino a 13 anni fa, i casi di clamidia registrati tra i koala erano un numero decisamente inferiore: a soffrirne era circa il 10% della popolazione di koala che viveva a Gunnedah, una città rurale del Nuovo Galles del Sud. Nel 2015 il tasso d’incidenza dei casi era salito al 60%, mentre adesso ha sfiorato l’85%.
Per evitare una vera e propria strage di koala adesso gli scienziati stanno sperimentando dei vaccini per proteggerli dalla calmidia.
“Se la strategia vaccinale non funziona, corriamo un rischio molto alto di estinzioni localizzate” ha annunciato Mark Krockenberger, professore di patologia veterinaria all’Università di Sidney.
Il ruolo dei cambiamenti climatici nella diffusione della malattia
Il territorio australiano è diventato sempre più vulnerabile per via di un mix di fattori: gli incendi boschivi, la siccità e le ondate di calore record, conseguenze della crisi climatica. Tutto ciò rende i koala e le altre specie iconiche dell’Australia più suscettibili alle malattie.
Infatti, secondo quanto riportato dal Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO), quando i marsupiali sono sottoposti a condizioni ambientali insolitamente stressanti – tra cui caldo, siccità, perdita e frammentazione dell’habitat – la clamidia si diffonde più rapidamente.
L’Australia ha perso circa il 30% dei suoi koala soltanto negli ultimi ultimi tre anni. L’IUCN – che ha inserito questi marsupiali tra le specie a rischio estinzione in tutta l’Australia resterebbero 100.000 esemplari, ma secondo l’Australian Koala Foundation quelli sopravvissuti sarebbero molti di meno: circa 58.000.
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Fonte: CNN/Australian Koala Foundation
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