Il famoso uccello incapace di volare potrebbe tornare in vita grazie alla scienza. È questo il progetto di de-estinzione portato avanti da alcuni esperti di biologia che hanno studiato da tempo l'animale ed il suo DNA e ora sono pronti a lavorarci su in laboratorio
Osservato per la prima volta alla fine del XVI secolo quando dei marinai olandesi colonizzarono l’isola delle Mauritius ed estinto nemmeno 100 anni dopo la sua scoperta. Il dodo, Raphus cucullatus, è uno degli uccelli più misteriosi che vi siano per la scienza e uno degli esempi più lampati di estinzione provocata dall’essere umano.
Tutti ne abbiamo sentito parlare. Potrebbe sembrare una leggenda proprio come un unicorno, ma di questa specie così unica nel suo genere si conservano oggi le ossa e il suo DNA è stato sequenziato interamente lo scorso anno. Con questo prezioso patrimonio genetico adesso gli esperti vogliono spingersi oltre e resuscitare il dodo tramite un progetto di de-estinzione, come stanno facendo anche gli scienziati australiani con la tigre della Tasmania
Il processo di de-estinzione, chiamato anche risurrezione biologica, consiste in una serie di metodi per creare artificialmente in laboratorio specie scomparse. Per i mammiferi il processo appare più semplice in quanto l’approccio è quello della clonazione. Per gli uccelli però le cose si complicano.
Circa il dodo si occuperanno della sua de-estinzione gli scienziati del Colossal Laboratories and Biosciences. Il primo passo è creare dei genomi aviari di qualità da poter utilizzare per allineamenti multi-genoma, analisi comparative e previsioni fenotipiche. Si passerà poi alla coltura dei tessuti delle cellule germinali primordiali di piccione delle Nicobare, il parente ancora in vita più prossimo al dodo.
Il solitario di Rodriguez, il parente genetico più stretto del dodo, fornirà approfondimenti genomici sulle peculiarità del misterioso uccello. Successivamente si procederà con il trasferimento della linea germinale a un animale ospite, un pollo in questo caso. L’ultimo step prevede l’incubazione e la schiusa dell’uovo.
Gli esperti si augurano di automatizzare il metodo in modo da creare in futuro una piattaforma di de-estinzione aviaria.
Perché il dodo si estinse?
Il dodo non era un uccello goffo o poco intelligente, come alcuni lo hanno descritto nel corso del tempo. Questa specie è stata piuttosto vittima delle circostanze.
Responsabili della sua dipartita sono stati la distruzione e il radicale stravolgimento del suo habitat con l’introduzione di specie invasive come il macaco e il sambar di Giava, i maiali selvatici, i ratti e le capre domestiche e la caccia da parte dei coloni.
Prima dell’arrivo degli olandesi, si pensa che la popolazione di dodo fosse stabile sull’isola delle Mauritius. L’assenza di veri e propri predatori ha fatto sì che il dodo e le sue uova, uno deposto ogni anno da ciascuna femmina, diventassero un facile bersaglio per le nuove specie alloctone. I racconti del secolo descrivevano infatti il dodo come un uccello che si avvicinava all’uomo senza paura, non conoscendo il pericolo.
A tutto ciò si sono sommati fattori di stress aggiuntivi come l’innalzamento del livello dei mari, il cambiamento climatico con siccità e collasso dei monsoni.
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Fonte: Colossal Laboratories and Biosciences
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