Il 2012 non sarà forse la fine del mondo, ma per i catalani è l’anno che mette fine alle corride a Barcellona e in tutta la Catalogna. E’, infatti, scattato da ieri, 1 gennaio, il divieto approvato dal Parlamento catalano a luglio del 2010 su proposta dell’iniziativa legislativa popolare nata dalla piattaforma Prou! (Basta!) che aveva raccolto ben 127.500 firme.
Il 2012 non sarà forse la fine del mondo, ma per i catalani è l‘anno che mette fine alle corride a Barcellona e in tutta la Catalogna. È, infatti, scattato da ieri, 1 gennaio, il divieto approvato dal Parlamento catalano a luglio del 2010 su proposta dell’iniziativa legislativa popolare nata dalla piattaforma Prou! (Basta!) che aveva raccolto ben 127.500 firme.
La Catalogna sarà la seconda regione, dopo le Canarie, a proibire questa tradizione così amata e odiata allo stesso tempo, ma soprattutto così radicata in tutta la Spagna.
Nel 2011 si sono svolti una quindicina di combattimenti di tori nella regione catalana, soprattutto a Barcellona, nella Plaza de La Monumental, la storica “plaza del toro” dove lo scorso settembre si era svolta l’ultima corrida sotto gli occhi malinconici e assetati di “spettacolo” di ben 20mila “aficionados”, facendo registrare il tutto esaurito con biglietti arrivati a costare ben 1500 euro.
Sul divieto è ancora pendente un ricorso presentato alla Corte Costituzionale dal Partito Popolare. E la cosa non stupisce visto anche il giro d’affari che genera da oltre sette secoli questa triste tradizione.
E proprio per ammortizzare le ripercussioni economiche la legge ha fissato fino a giugno 2012 sei mesi di indennizzi economici per la cessazione agli operatori economici danneggiati dalla cessazione delle corride e ai gestori delle arene.