Era luglio quando una nave portacontainer si incagliò al largo delle coste delle Mauritius. Oggi si contano almeno 47 carcasse di cetacei.
Era fine luglio quando una nave portacontainer si incagliò al largo delle coste delle Mauritius scontrandosi contro la barriera corallina. Fu un autentico disastro ambientale (l’imbarcazione dopo pochi giorni si spezzò in due rilasciando tonnellate di carburante in mare), di cui si pagheranno le conseguenze chissà per quanto. E ad oggi si contano ben 47 carcasse di cetacei.
Ma, ahinoi, attorno al luogo dello schianto e dell’affondamento della sezione anteriore della MV Wakashio Wakashio, il numero di animali morti continua a salire ogni giorno. Una fauna completamente devastata.
E non solo: la mancanza di trasparenza sui metodi utilizzati nell’operazione di recupero della parte posteriore della nave (e, nelle operazioni di bonifica, hanno perso la vita anche tre marinai), nello smaltimento del petrolio rimosso e nella ripulitura lungo la costa, solleva ulteriori preoccupazioni su eventuali rischi a lungo termine, a causa del molto probabile utilizzo di disperdenti chimici.
Basti pensare che popolazioni del posto e ambientalisti avevano già sollevato preoccupazioni per la controversa decisione di affondare deliberatamente la sezione anteriore del Wakashio in una località segreta al largo della costa di Mauritius.
Thousands of people are protesting in the capital of Mauritius over the government’s handling of an oil spill from a grounded Japanese ship and the alarming discovery of dozens of dead dolphins in recent days. https://t.co/QLwKaC4FV6
— AP Africa (@AP_Africa) August 29, 2020
Fatto sta che due giorni dopo, decine di delfini e balene morti hanno iniziato ad andare alla deriva sulle coste di Mauritius.
Addio splendidi cetacei
Come dicevamo, a pagarne le peggiori conseguenze è senza dubbio la fauna marina. Nei giorni scorsi le carcasse di 47 cetacei tra peponcefali, tursiopi e balene sono state rinvenute o riportate sulla spiaggia. La causa dei decessi è ancora da chiarire, ma gli attivisti dubitano fortemente che si possa trattare di una coincidenza e segnalano che altri esemplari osservati nelle vicinanze nuotano con fatica.
Uno dei pescatori tra i tanti volontari impegnati nelle operazioni di pulizia ha ripreso un cucciolo in difficoltà mentre la madre cercava di tenerlo in qualche modo in vita, nuotando al suo fianco e tenendogli il muso sollevato.
Dead dolphins on the coast of Mauritius
Saddest thing ever…. pic.twitter.com/L45MpTyC27— Mauritius Island (@MauritiusGuide) August 28, 2020
“I miei occhi si sono riempiti di lacrime. Sono il padre di una figlia piccola, è molto difficile per me vedere una madre lottare e fare tutto il possibile per salvare il suo cucciolo”, racconta Yasfeer Henaye.
Il disastro ambientale è sotto gli occhi di tutti e le ripercussioni saranno per anni gravissime sia sull’ambiente che sulla vita di oltre un milione di persone, che vivranno una crisi senza precedenti.
Fonte: Forbes
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