Gli scienziati hanno scoperto il dinosauro più strano che sia mai esistito

Ha il collo simile a quello di cigno, la testa simile a quella di un'anatra ma cammina come un pinguino. Ma è un dinosauro. A scoprirlo è stato un team di paleontologi, secondo cui potrebbe trattarsi di una nuova specie finora sconosciuta.

Ha il collo simile a quello di cigno, la testa simile a quella di un’anatra ma cammina come un pinguino. Ma è un dinosauro. A scoprirlo è stato un team di paleontologi, secondo cui potrebbe trattarsi di una nuova specie finora sconosciuta.

Un’analisi dettagliata in 3D ha permesso ai ricercatori di rivelare l’esistenza di questo bizzarro predatore vissuto 75 milioni di anni fa: il Halszkaraptor escuilliei.

Il progetto di ricerca getta una luce sul bizzarro halszkaraptor – un dinosauro davvero inusuale. Il suo scheletro ben conservato è stato ritrovato in Mongolia e unisce una combinazione inaspettata di caratteristiche appartenenti a un nuovo gruppo di predatori semi-acquatici legati al Velociraptor.

Lo studio non descrive solo un nuovo genere e una specie di dinosauro simile ad un uccello vissuto durante il Cretaceo in Mongolia, ma getta luce su uno stile di vita anfibio inaspettato per i dinosauri.

I teropodi comprendono tutti i dinosauri carnivori, inclusi i più grandi predatori terrestri nella storia della vita, come il tirannosauro, e cacciatori agili come il Velociraptor. Durante i 160 milioni di anni dell’era mesozoica, i teropodi divennero i predatori dominanti in tutti i continenti, ma non conquistarono mai gli ambienti acquatici. Sebbene alcuni teropodi si nutrissero anche di pesci, le informazioni finora in possesso non rivelano molto su una loro locomozione acquatica.

halszkaraptor fossile

Questa nuova specie di dinosauro combina un inaspettato mix di caratteristiche e dimostra che alcuni dinosauri simili a uccelli avevano uno stile di vita semi-acquatico. Il fossile, soprannominato “Halszka” fu rinvenuto a Ukhaa Tolgod. Questa località nel sud della Mongolia è conosciuta dai paleontologi da decenni ed è spesso presa di mira dai bracconieri.

Il commercio illecito di fossili rappresenta una grande sfida per la paleontologia moderna e spiega una drammatica perdita del patrimonio scientifico mongoloafferma Pascal Godefroit del Royal Belgian Institute of Natural Sciences di Bruxelles. “Esportato illegalmente dalla Mongolia, Halszka è rimasto nascosto in collezioni private in tutto il mondo prima che fosse acquistato nel 2015 e offerto ai paleontologi”.

Sebbene in Mongolia siano stati scoperti diversi importanti gruppi di dinosauri predatori, Halszka non appartiene a nessuno di questi e presenta una serie di strane caratteristiche che sono per lo più assenti tra i dinosauri, ma sono condivise da gruppi di rettili e uccelli.

“La prima volta che ho esaminato l’esemplare ho persino messo in dubbio che si trattasse di un vero fossile” afferma Andrea Cau del Museo Geologico Capellini di Bologna. Sebbene Halszka sia unico sotto molti aspetti, alcune parti dello scheletro, inclusi gli “artigli assassini” a forma di falce, sono condivisi con dinosauri famosi come i Velociraptor. “Questo mix inaspettato di tratti rende difficile collocare Halszka all’interno delle classificazioni tradizionali”, osserva Cau.

Al fine di accertare l’integrità del fossile, il campione è stato visualizzato e ricostruito in tre dimensioni utilizzando una tecnica avanzata, in grado anche di esaminare i dettagli interni senza danneggiare il prezioso fossile.

Halszkaraptor non è l’unico dinosauro diverso recuperato dal Gobi. Molti teropodi mongoli erano strettamente correlati alla nuova specie. Uniti in un nuovo gruppo, chiamato Halszkaraptorinae, viene considerato una sottofamiglia dei dromaeosauri rapaci.

Secondo gli scienziati, la particolare morfologia di Halszkaraptor ne fa un predatore anfibio che si è adattato a un’ecologia combinata, terrestre e acquatica: uno stile di vita particolare che in precedenza non era mai stato documentato tra i dinosauri.

“Grazie alla tomografia, ora dimostriamo che i dinosauri rapaci non solo correvano e volavano ma sapevano anche nuotare”.

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Lo studio è stato pubblicato su Nature.

Francesca Mancuso

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