Continua inesorabile l’estinzione dei delfini bianchi cinesi, soprannominati "delfini rosa", nelle inquinate acque di Hong Kong. Secondo l'Hong Kong Dolphin Conservation Society, il numero di esemplari è sceso notevolmente negli ultimi anni, da 158 nel 2003 a 78 nel 2011. Tuttavia, l'attuale popolazione di delfini rosa potrebbe essere ancora più piccola, visto che le statistiche del 2012 devono ancora essere ancora rilasciate.
Continua inesorabile l’estinzione dei delfini bianchi cinesi, soprannominati “delfini rosa”, nelle inquinate acque di Hong Kong, in Cina. Secondo l’Hong Kong Dolphin Conservation Society, il numero di esemplari è sceso notevolmente negli ultimi anni, da 158 nel 2003 a 78 nel 2011. Tuttavia, l’attuale popolazione di delfini rosa potrebbe essere ancora più piccola, visto che le statistiche del 2012 devono ancora essere ancora rilasciate.
“Spetta al governo e a ogni cittadino di Hong Kong difendere i delfini . Rischiamo di perdere a meno che tutti noi non ne prendiamo atto”, ha detto all’AFP il suo presidente, Samuel Hung. L’allarme arriva appena una settimana dopo che una guida turistica dell’Hong Kong Dolphinwatch ha pubblicato un commovente video su Facebook: nel breve filmato, registrato nel Parco marino Sha Chau e Lung Kwu Chau il 28 aprile scorso, si vede la femmina che tenta di portare il piccolo in superficie.
“Ho iniziato a filmare ed è stato allora che ho notato il cucciolo morto. Dalla sua dimensione e dal colore, ho immaginato che fosse un neonato. Era così deprimente e molto triste”, ha spiegato la guida turistica. “C’era un gruppo di quattro o cinque delfini che, a turno, con la madre cercava di tenere il piccolo sulla superficie dell’acqua. Abbiamo osservato la scena per circa 30 minuti”, ha detto la portavoce dell’Hong Kong Dolphinwatch, Janet Walker, ritiene che sia probabile che questa morte sia collegata proprio al forte inquinamento.
Il delfino rosa è attualmente classificato come “quasi a rischio” nella Lista rossa Iunc e, come ricorda il WWF, la Cina lo inserisce tra le specie che necessitano di protezione di grado 1, la più alta. E non è nemmeno la prima volta che il gruppo di conservazione delle specie ha messo in guardia sulla trgica situazione: già nei primi mesi del 2012 aveva rivelato di aver istituito una banca del Dna per salvare gli esemplari rimasti. Nel frattempo, lo scorso marzo il premier cinese Li Keqiang ha promesso che il governo “farà sforzi più vigorosi per ridurre questo inquinamento”. Senza specificare né quali misure intende intraprendere né quando…
Roberta Ragni
Photo Credit DANIEL SORABJI/AFP/Getty Images
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