Vietare ogni tipo di sfruttamento su questi animali. E’ quella l’idea di base del manifesto per i diritti dei delfini e delle balene promosso dal Cultural Forum della Russia sottoscritto nel corso del 14esimo Forum internazionale dell'Informazione ambientale ospitato nella centrale geotermica di Larderello.
Vietare ogni tipo di sfruttamento su questi animali. È quella l’idea di base del manifesto per i diritti dei delfini e delle balene promosso dal Cultural Forum della Russia sottoscritto nel corso del 14esimo Forum internazionale dell’Informazione ambientale ospitato nella centrale geotermica di Larderello.
“Tutti i delfini e le balene sono delle personalità in possesso di autocoscienza, dotate di ragioni e sentimenti“, si legge nella dichiarazione firmata dal presidente Alfonso Cautericcio durante l’evento realizzato in collaborazione con diversi enti tra cui Regione Toscana e Ministero dell’Ambiente.
“L’adozione di questa dichiarazione ha una grande importanza per la biosfera soprattutto in un momento storico in cui si richiede maggiore responsabilità dell’uomo verso la Terra”, ha spiegato Nicole Gratovsky del Cultural Forum Russia.
Il testo di Greenaccord prevede un impegno su dieci punti.
“Delfini e balene hanno diritto alla vita e alla libertà di muoversi, la loro uccisione deve essere proibita senza eccezione. Le loro vite non possono essere messe in pericolo e non possono essere di proprietà di nessuno. È vietato qualunque utilizzo per intrattenimento o per fini medici o militari e tutto questo deve essere considerato una forma di schiavitù”, si legge nel Manifesto.
Un’assunzione di responsabilità, ma soprattutto un impegno a coinvolgere tutti gli attori internazionali per proteggere, con misure legali, la violazione dei diritti dei delfini e dei cetacei.
Come sappiamo, il 90% delle balenottere minori cacciate e uccise ogni anno nelle acque della Norvegia sono di sesso femminile e quasi tutte in stato di gravidanza. Dati allarmanti che qualche tempo fa erano stati al centro del documentario, dal titolo “Battle of Agony” (“Slaget om kvalen” in norvegese).
Immagini crudeli e a tratti macabre che mostrano pescatori che squarciano le balene per rimuoverne il feto, nonostante dal 1986 la Norvegia aderisce al divieto della Commissione baleniera internazionale (IWC) alla caccia commerciale alle balene.
Ad oggi, la popolazione stimata di balenottere minori conta poco più di un milione di esemplari e la Norvegia è proprio leader nella caccia. Ma anche in Giappone la situazione è la medesima da oltre 30 anni.
Alcuni Paesi, come l’Australia, si stanno opponendo alla caccia alle balene, mentre il Giappone ha da poco detto ‘no’ alla realizzazione di una riserva marina per proteggere questi meravigliosi animali.
Il manifesto per i diritti dei delfini e delle balene
Basandosi su un complesso di ricerche e osservazioni scientifiche che testimoniano la presenza di intelligenza sviluppata, sentimenti, cultura e sistema sociale complesso nei cetacei, ma anche le leggi nazionali che vietano o fermano il rifornimento dei delfinari, le dichiarazioni adottate sul riconoscimento di delfini e balene come persone inumane, la creazione di riserve marine internazionali di balene e delfini, ecco cosa prevede il manifesto dell’Associazione Culturale Greenaccord Onlus:
1. Tutti i delfini e le balene sono delle personalità (non umane), in possesso di autocoscienza, dotate di ragioni e sentimenti.
2. Tutti i delfini e le balene nascono e rimangono liberi, hanno il diritto di vivere e muoversi liberamente in un ambiente naturale e non possono essere rimossi forzatamente da esso, o essere separati dai gruppi familiari a cui appartengono.
3. L’uccisione di delfini e balene dovrebbe essere vietata senza eccezioni, le loro vite non possono essere compromesse, non possono essere sottoposte a maltrattamenti.
4. Delfini e balene non possono essere catturati, detenute in cattività, essere oggetto di vendita o di locazione. Non possono essere proprietà dello Stato, della società o dell’individuo.
5. Delfini e balene non possono essere utilizzati per scopi di intrattenimento, scopi medici o militari, sottoposti con forza a esperimenti. Qualsiasi addestramento dei delfini e delle balene è riconosciuto come una forma di schiavitù.
6. Le balene e i delfini hanno il diritto di non essere interferiti nella loro cultura. L’osservazione dei delfini e delle balene può avvenire solo in condizioni naturali e deve essere regolata da norme internazionali che garantiscano la loro pace e sicurezza.
7. La pesca dovrebbe prevedere le misure legali per proteggere i delfini e le balene dall’entrata accidentale nelle reti, nonché la responsabilità dell’inquinamento dell’area dell’acqua, la quale può costituire una minaccia per la vita e la salute dei delfini e delle balene.
8. I percorsi di imbarcazioni regolari di carico e di passeggeri non possono passare per luoghi che sono stati scelti da grandi gruppi di delfini e balene come loro principale habitat.
9. Nessun scopo scientifico-educativo o altro non possono essere motivo di qualsiasi costrizione dei delfini e delle balene o di loro detenzione in cattività; l’unica eccezione a questa regola dovrebbe essere la necessità di fornirli assistenza medica o di salvataggio da un pericolo imminente e solo per il periodo in cui tale assistenza è necessaria.
10. I diritti e le libertà stabiliti nella presente Dichiarazione devono essere protetti dalla normativa internazionale e nazionale. La violazione di uno di questi principi dovrebbe essere equiparata a un reato contro la persona e l’umanità e prevedere la responsabilità legale.
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Dieci punti che sono stati recepiti dalla Regione Toscana e che speriamo diventino linea guida anche per le altre regioni italiane con la sottoscrizione di protocolli che tutelino questi abitanti del mare.
Dominella Trunfio