Dopo quasi tre anni di dibattiti, il Senato canadese ha approvato una legge che tutela delfini, balene e focene, perché prevede il divieto di tenerli in cattività e di commercializzarli. Il divieto è esteso anche a tessuti, embrioni e sperma. Ma adesso serve l’ok anche della Camera.
Dopo quasi tre anni di dibattiti, il Senato canadese ha approvato una legge che tutela delfini, balene e focene, perché prevede il divieto di tenerli in cattività e di commercializzarli. Il divieto è esteso anche a tessuti, embrioni e sperma. Ma adesso serve l’ok anche della Camera.
È dal 2015 che si discute sull’‘Ending the Captivity of Whales and Dolphins’, ovvero sull’atto S-203 che andrebbe finalmente a tutelare i grandi mammiferi marini. Il decreto è a firma del senatore Wilfred Moore e nel tempo ha acceso dibattiti infuocati, tant’è che l’approvazione è arrivata quasi a sorpresa. E adesso i sostenitori sono ottimisti anche sull’ok della Camera, fondamentale per completare l’iter legislativo.
La lotta per i diritti dei cetacei ha raccolto un notevole sostegno pubblico dopo l’uscita del film del 2013 Blackfish, che ha documentato la vita in cattività di orche, balene, delfini e focene in parchi acquatici come il Sea world.
In Canada, ci sono l’Acquario di Vancouver e Marineland a Niagara Falls, in Ontario che chiaramente si battono contro la legge sostenendo che gli animali in cattività ci rimangono per motivi scientifici ed educativi.
Cosa ci sia di educativo nel tenere grossi animali in minuscole vasche e farli saltare a comando di un fischietto, è ancora tutto da capire, ma per fortuna i senatori canadesi l’hanno capito. La legge prevede una sanzione di 200mila dollari per chi supera il divieto che come abbiamo detto è allargato anche al commercio di embrioni, tessuti e sperma.
L’atto S-203 prevede poi deroghe per animali in difficoltà e quelli in cattività, da spostare in un santuario dei cetacei da creare o già esistente. Cantano vittoria gli animalisti anche perché nella stessa seduta il Senato ha approvato un DDL contro l’importazione e l’esportazione delle pinne di squalo.
Come sappiamo, moltissime specie sono in via d’estinzione proprio per la cattura illegale e la caccia indiscriminata per le pinne, adesso tutto questo potrebbe finalmente finire.
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Dominella Trunfio