Al via la caccia per caprioli e daini: si potrà sparare anche sui cuccioli

Nuovo anno, vita vecchia in tema di caccia. Da oggi 3 gennaio i cacciatori di selezione savonesi potranno sparare ad un cucciolo di capriolo o daino o a sua madre. Il tutto grazie a una legge fatta ad hoc, a denunciarlo è Enpa Savona.

Nuovo anno, vita vecchia in tema di caccia. Da oggi 3 gennaio i cacciatori di selezione savonesi potranno sparare ad un cucciolo di capriolo o daino o a sua madre. Il tutto grazie a una legge fatta ad hoc, a denunciarlo è Enpa Savona.

Si potrà sparare fino al 14 marzo in provincia di Savona, da Finale Ligure a Varazze e fino a Sassello, senza dimenticare che per tutto il mese di gennaio, continuerà anche la caccia al cinghiale.

Scrive Enpa Savona:

“I conti degli abbattimenti effettuati finora hanno dato gli identici risultati di tutti gli anni scorsi: nei mesi precedenti gli “sportivi” non sono riusciti ad abbattere il contingente loro assegnato, “solo” 3.376 contro 9.350, uno su tre”.

Una storia che si ripete ormai da anni: si fanno fare i censimenti ai cacciatori su porzioni limitate di territorio e si tirano fuori i numeri presunti del totale sull’intero territorio, poi si stabilisce una percentuale da abbattere e si ottiene il numero dei “morituri” annuali.

Un numero che secondo gli animalisti non viene mai raggiunto e quindi tutti gli anni, si proroga la caccia al mese di gennaio.

Ma quanti sono davvero i cinghiali, i daini ed i caprioli? È questo il punto, finora impossibile saperlo con certezza fin quando non si farà un reale censimento. L’impressione è che il numero si sia ridotto visto i pochi danni all’agricoltura, ma le organizzazioni contadine spiegano che i loro associati, sfiduciati dalla burocrazia e dai ritardi dei rimborsi, non li denunciano più.

“La grande responsabilità della caccia è la liberazione in passato degli ungulati in territori in cui da anni erano spariti, per farli crescere di numero ad esclusivo fine venatorio”, denuncia l’Enpa.

La caccia, come ripetiamo spesso, non è la soluzione ai grandi numeri e molti paesi l’hanno già capito, peccato che l’Italia sia sempre un passo indietro.

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Dominella Trunfio

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