Le foche sono in grado di modulare il tono della voce in base all'ambiente attorno a loro - un'abilità tutta umana
Le foche sono in grado di modulare il tono della voce in base all’ambiente attorno a loro – un’abilità tutta umana, finora osservata in pochissimi altri mammiferi
Pare che gli esseri umani abbiano una abilità in comune con i cuccioli di foca: entrambi infatti possono abbassare il tono della voce in risposta all’ambiente che li circonda. Questo è il risultato di uno studio pubblicato recentemente, che osserva per la prima volta questa particolare abilità nei cuccioli del mammifero marino: si tratta di una scoperta sorprendente perché pochi altri mammiferi sono in grado di modulare la propria voce in base all’ambiente.
Lo studio ha avuto come obiettivo quello di misurare la “plasticità vocale” in risposta all’ambiente, ovvero una abilità connessa all’apprendimento vocale e all’abilità di imitare suoni già ascoltati – una capacità piuttosto inusuale nei mammiferi, osservata finora nelle foche marine adulte ma non nei cuccioli.
I pinnipedi (foche e trichechi) sono ottimi casi di studio perché sono animali in grado di apprendere un linguaggio vocale in modo più simile agli esseri umani di quanto non facciano gli uccelli – generalmente utilizzati come termine di riferimento negli studi sul linguaggio. Ci sono molte differenze, soprattutto in relazione alla socialità e allo stile di vita, fra esseri umani e uccelli. Ecco perché i ricercatori preferiscono confrontare le tecniche di apprendimento vocale degli esseri umani con quelle di altri mammiferi.
Osservando uno dei pochi altri mammiferi in grado di imparare i suoni possiamo comprendere anche come noi esseri umani acquisiamo le capacità di linguaggio, e perché siamo animali così chiacchieroni – spiegano gli autori dello studio.
I ricercatori si sono concentrati su cuccioli di foca marina perché gli adulti restano silenziosi per la maggior parte del tempo. Per testare le abilità vocali dei più giovani, i ricercatori hanno lavorato con otto cuccioli di foca ospitati in un centro di riabilitazione in Olanda: dopo aver registrato i suoni provenienti dal vicino Mare dei Wadden, li hanno riprodotti ai cuccioli in cattività a tre volumi differenti.
In risposta allo stimolo le piccole foche hanno dimostrato tre abilità degne di nota: alcune hanno abbassato il loro tono di voce quando i rumori del mare erano più forti, altre lo hanno tenuto costante in presenza di un rumore di sottofondo forte, mentre una foca ha dimostrato il cosiddetto “effetto Lombard” – un pattern vocale tipico degli esseri umani, in cui chi parla alza il proprio tono di voce se l’ambiente che lo circonda è rumoroso. Questi esperimento dimostra che i cuccioli di foca hanno un maggiore controllo della propria vocalità rispetto a quanto finora immaginato.
Inoltre, i risultati raggiunti confermano che le foche sono ottimi candidati da studiare per comprendere meglio il funzionamento del linguaggio umano. Gli esseri umani sono gli unici mammiferi che hanno dimostrato una diretta connessione tra la loro corteccia cerebrale e la laringe: lo studio ora proposto lascia spazio, per il futuro, all’ipotesi che anche le foche marine possono avere questo tipo di connessione – e ciò permetterebbe di svelare i misteri del linguaggio.
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Fonte: The Royal Society Publishing
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