Così i nurdles di plastica provocano malformazioni nei ricci di mare uccidendoli, lo studio

Un nuovo studio scientifico ha dimostrato in che modo le minuscole particelle di plastica dette nurdles alterino lo sviluppo dei ricci di mare fino a ucciderli nelle aree particolarmente inquinate da plastica

Malformazione dello scheletro, delle cellule neurali e immunitarie. Sono queste alcune delle terribili alterazioni dello sviluppo dei ricci di mare provocate dall’esposizione di questi ai nurdles, microscopiche “lenticchie” di plastica. 

A rivelarlo un nuovo studio condotto dai ricercatori della Stazione zoologica Anton Dohrn, del National Biodiversity Future Centre italiano e della University of Exeter e pubblicato di recente sulla rivista Science of the Total Environment.

Vi abbiamo parlato ampiamente di quanto le microplastiche rappresentino una minaccia per ogni tipo di ecosistema, ma i loro effetti sullo sviluppo embrionale degli animali marini rimangono ancora poco chiari. Per questo il team di ricerca ha voluto osservare i danni causati dalle sostanze chimiche contenute nella plastica sui ricci di mare Strongylocentrotus purpuratuse.

I risultati sono stati scioccanti. I campioni raccolti sulle spiagge e analizzati in laboratorio hanno mostrato come le larve di riccio di mare venissero uccise da una concentrazione al 10% di nurdles nelle acque del mare. Le larve avrebbero sviluppato l’intestino al di fuori del loro corpo. Anche altre anomalie fatali sono state riscontrate a concentrazioni inferiori.

Hanno anche mostrato ‘radializzazione’, nel senso che mancavano di una struttura simmetrica adeguata, ed erano invece in gran parte senza forma e quindi incapaci di sopravvivere. In queste larve, i mitocondri (le ‘centrali energetiche’ delle cellule) non funzionavano correttamente e mostravano segni di stress ossidativo, che danneggia le cellule, ha spiegato la dottoressa Eva Jimenez-Guri, coautrice dello studio.

studio ricci

@Science of The Total Environment

Lo studio suggerirebbe che i processi alla base di queste alterazioni sarebbero innescati da alte concentrazioni di zinco dei nurdles di plastica di nuova fattura. I campioni raccolti in Cornovaglia non avrebbero mostrato però elevate concentrazioni di zinco. Ma questa non è affatto una notizia di cui gioire. Gli esperti ritengono infatti che gli additivi inquinanti sarebbe stato già rilasciati nelle acque.

Secondo gli studiosi non è da escludere che in aree particolarmente contaminate anche lo sviluppo di altre specie marine possa essere compromesso dall’inquinamento da plastica, proprio come quello dei ricci di mare. Su questo gli scienziati intendono focalizzarsi prossimamente.

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Fonte: Science of the Total Environment

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