Cosa sappiamo sul beluga usato forse come spia dai russi (e perché la Norvegia sta progettando un rifugio per lui)

Un ente di beneficenza mira a creare il primo porto sicuro in acque libere in una riserva per le balene, incluso il beluga russo che è diventato famoso su YouTube

Era arrivato con addosso un’imbracatura con la scritta “equipaggiamento di San Pietroburgo”, con tanto di telecamera subacquea. Da allora i media sono impazziti, parlando di una “balena spia”. Effettivamente non è un caso se Hvaldimir, il bellissimo beluga bianco trovato vicino al villaggio di pescatori di Inga, in Norvegia, nell’aprile 2019, venga chiamato proprio così.

Hvaldimir, infatti, sta per il norvegese hval (balena) e Vladimir (Putin). Una grande spy story, insomma. Fatto sta che questo Hvaldimir pare sia un po’ un bricconcello e, poiché sembra essere addestrato e abituato alle persone, non si troverebbe a suo agio in mare aperto. Un carattere che gli è già valsa qualche minaccia da parte degli allevatori di salmoni, sostengono gli ambientalisti, mentre trascorre il suo tempo tra le reti, mangiando il pesce attratto dal cibo del salmone.

Un vero e proprio pericolo per Hvaldimir, tanto che si pensa possa essere soppresso se continua a disturbare quegli stessi allevatori. La Norvegia ha in effetti un triste record in queste dinamiche… tutti ricordiamo l’eutanasia di Freya, il tricheco, dopo aver attirato folle di turisti vicino a un fiordo.

Ne parlammo qui: Il tricheco Freya è stato abbattuto: un’altra vittima in nome della nostra sicurezza

Da qualche settimana, però, l’ex magnate immobiliare Adam Thorpe, che ha creato l’associazione OneWhale, sta cercando di raccogliere fondi per creare il primo santuario delle balene in acque libere del mondo nei fiordi norvegesi (i lavori per la riserva di oltre 2,2 chilometri quadrati, vicino alla città di Hammerfest, dovrebbero iniziare nel 2023). Attualmente l’associazione finanzia il monitoraggio e la protezione di Hvaldimir e ha finanziato gli studi che hanno permesso la creazione del santuario.

Thorpe ha ottenuto il consenso da parte del Governo norvegese per disporre delle reti al largo del fiordo di cui è proprietario, ma solo se riuscirà a raccogliere i fondi necessari: la cifra è fissata a quasi 300mila euro per mettere in sicurezza lo spazio, creare un alloggio di base per il personale, monitorare la fauna e creare un laboratorio veterinario.

Raccontando la storia di questa balena possiamo anche offrire una riserva ad altre balene precedentemente in cattività – spiega Thorpe. Non ci sono allevamenti di salmoni nella riserva e non ci sono barche che entrano ed escono, eliminando il rischio di lesioni da elica.

Al netto, quindi, della spy story e di un Hvaldimir arrivato fin lì mandato da chissà chi, questo bellissimo beluga ora ha tutta la protezione che gli serve. Insieme a lui, la riserva accoglierà anche altri esemplari vissuti in cattività.

La straordinaria storia di Hvaldimir è raccontata anche in un interessantissimo documentario norvegese, tradotto in italiano dall’associazione di Firenze Progetto Vivere Vegan:

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Fonte: OneWhale

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