Cosa fare se si viene punti dalle pulci di mare (e no, non c’entra la pulizia delle spiagge)

Generalmente noti come “pulci di mare”, in realtà sono crostacei (Anfipodi). La loro puntura può provocare la comparsa di bolle su collo, braccia e schiena. Ma nulla di pericoloso

A Cerveteri, in provincia di Roma, in questi giorni è allarme pulci di mare in spiaggia, dopo le segnalazioni di alcuni bagnanti che sono stati punti da questi piccoli crostacei. Ma di cosa si tratta? E come difendersi?

Un dato è certo: la proliferazione di questi animali non dipende assolutamente dalla scarsa pulizia delle spiagge, ma soltanto dal periodo.

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Le pulci di mare sono infatti presenti in mare naturalmente e, anzi, anche loro hanno un ruolo fondamentale nella biodiversità.

Non chiamatele pulci di mare

Niente a che fare con pulci o insetti, le pulci di mare sono in realtà dei piccolissimi crostacei che vivono sulla sabbia e sul bagnasciuga della famiglia degli Anfipodi.

I crostacei Anfipodi sono un gruppo animale marino con una struttura morfologica simile a quella del gambero. Non sono animali pericolosi, ma le loro punture possono provocare prurito e provocare la comparsa di bolle arrossate.

Cosa fare se si viene punti da una pulce di mare

Le pulci di mare vivono per lo più nella sabbia, motivo per cui è bene stendersi sempre su un telo da mare. Se ci si sente pungere, meglio fare immediatamente una doccia calda ed evitare l’esposizione al sole se compaiono delle bolle.

La puntura delle pulci di mare può infatti provocare delle papule eritematose che danno molto prurito e che possono durare da poche ore ad alcuni giorni.

In caso di puntura, quindi:

  • sciacquarsi
  • applicare creme lenitive a base di menta piperita o Aloe
  • se il prurito è particolarmente intenso e fastidioso, magari consultare un esperto

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