A correre sono finti tori animati dai cittadini che inseguono piccoli e grandi con sottofondo musica e risate.
La corsa dei tori più divertente? Quella senza animali. Siamo abituati ad associarla a un evento crudele e sanguinario ma un piccolo comune spagnolo della provincia di Jaen, Escanuela è riuscita a trasformarla in uno spettacolo divertente e soprattutto cruelty free. Un’iniziativa voluta proprio dal primo cittadino che ha invitato tutti a non maltrattare più gli animali e a dimostrare loro affetto e attenzioni.
Lo scenario che vediamo in questo video sembra quello della Festa di San Firmino dove, ogni anno nel mese di luglio, vengono liberati per le strade del centro sei tori e quattro buoi. Ma a Escanuela, al contrario di Pamplona, a correre dietro piccoli e grandi sono grossi pupazzi a forma di toro animati dagli stessi cittadini.
La corsa qui è solo un gioco tra risate e musica di sottofondo, non esiste la paura della morte né la sfida uomo contro animale, nessuno si fa male perché non ci sono né vittime né carnefici. Dimostrazione che ci si può divertire anche senza sangue.
Un’idea originale che rilancia una tradizione barbara sotto un’altra luce e che diventa un piccolo tassello della grande battaglia che i movimenti animalisti stanno portando avanti, ovvero quella dell’abolizione definitiva della corrida e delle feste taurine in tutta la Spagna.
Anche a Torrebaja nella comunità autonoma valenciana, lo scorso anno la festa patronale era stata animata da uno spettacolo che aveva come protagonisti tori e mucche montati su una ruota, l’evento era stato salutato come l’inizio del cambiamento.
Vi avevamo già parlato dei passi avanti fatti in alcune regioni iberiche tuttavia i dati non sono incoraggianti, secondo l’Associazione nazionale di organizzatori di spettacoli taurini, il giro d’affari legato agli spettacoli di tauromachia rimane ancora da business: nel 2014, infatti, corride ed encierros hanno alimentato il Pil spagnolo con più di 3.550 milioni di euro e il numero di spettatori è salito del 4,97% rispetto al 2006, raggiungendo i 6 milioni.
Secondo Pacma, il partito animalista spagnolo, ogni hanno vengono investiti 600 milioni di euro dei fondi governativi per corride e spettacoli taurini. Le fazioni spagnole si dividono. Mentre i toreri parlano di persecuzione politica e ideologia e annunciano una battaglia in piazza il prossimo ottobre, aumenta il numero degli esponenti dei movimenti contro le corride. C’è poi chi, come il presidente Mariano Rajoy, dal 2013 si batte per la loro sopravvivenza, non solo con l’approvazione di una legge in loro difesa, non solo ripristinandole in televisione ma chiedendo, addirittura all’Unesco di riconoscere la tauromachia patrimonio dell’Umanità.
A chi ribatte che la corrida è un modo di fare cultura rispondiamo con i numeri: il partito Pacma conta più di 10.000 tori uccisi nelle arene e il numero dei toreri morti è alto ma, in fondo quella di morire incornati o rincorsi dai buoi, è una loro libera scelta.
Dominella Trunfio
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