Ad Avila, una città a ovest di Madrid il post lockdown fa rima con corrida e queste immagini mostrano il primo toro ucciso dopo il coronavirus.
Un colpo di spada proprio in mezzo alla schiena, dopo averlo torturato per lunghissimi minuti. Ad Avila, una città a ovest di Madrid il post lockdown fa rima con corrida e queste immagini mostrano il primo toro ucciso, dopo il blocco dovuto al coronavirus.
Avevamo esultato quando dalla Spagna era arrivata la notizia che la pandemia aveva bloccato la corrida e la festa di San Firmino. Tanti tori si sono salvati, ma con la fine delle restrizioni e l’impegno del governo spagnolo a continuare a sostenere finanziariamente questa tradizione dell’orrore, nell’arena torna il sangue.
Gli attivisti di La Tortura No Es Cultura (La tortura non è cultura) e Animal Guardians hanno diffuso video e immagini raccapriccianti della prima corrida di Avila. Un bellissimo e maestoso toro che viene infilzato a più riprese dal matador.
**ATTENZIONE QUESTO VIDEO CONTIENE IMMAGINI CHE POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITA’**
https://www.facebook.com/watch/?v=2757716501171522
“Non abbiamo imparato nulla, la tortura e l’orrore sono tornati alla morte si aggiunge altra morte; al divertimento, al sangue alla sofferenza, all’indifferenza per un’attività crudele, fallita e ampiamente respinta dalla società”, si legge sui social dell’associazioni animaliste.
Solo qualche giorno fa, il presidente della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso assieme con il sindaco della capitale, José Luis Martínez-Almeida, aveva firmato un protocollo in base al quale, entrambe le amministrazioni si impegnano a difendere la corrida con azioni diverse e puntano a farla diventare patrimonio culturale. Per questo, scendono in campo le associazioni animaliste che stanno portando avanti una campagna proprio contro la corrida, nonostante l’emergenza sanitaria.
“Questa campagna è più rilevante che mai, primo perché ci fa pensare al senso di questo tipo di spettacolo di sangue, tortura e morte, dopo un momento di riflessione come quello fornito dal Covid-19, e secondo perché adesso si sta decidendo la distribuzione ottimale dei sussidi pubblici nazionali ed europei e il mondo della corrida richiede aiuti per 700 milioni di euro. Chiediamo che i fondi pubblici non vengano utilizzati per la corrida ampiamente respinta dalla società ”, spiega Marta Esteban Miñano, direttore internazionale di Animal Guardians.
La campagna era iniziata durante il lockdown, quando mentre gli ospedali erano saturi, la corrida chiedeva aiuto. Le due associazioni animali avevano scritto una lettera, sostenuta da oltre 900 organizzazioni, chiedendo al governo di non dare denaro pubblico alla corrida.
Ma adesso lo spettacolo ricomincia, anche se la prima corrida post Covid è un fallimento al botteghino. Le immagini sono state registrate con telecamera nascosta, da un giornalista che si occupa di diritti degli animali, ma che vuole rimanere anonimo proprio per continuare a raccontare questo orrore. Il video mostra, infatti, tutta la sofferenza del toro che tenuto senza acqua, cibo e al buio, è inferocito. Ma il matador non ha alcuna pietà, a più riprese lo colpisce fino a fargli uscire sangue dalla bocca.
La corrida ha avuto luogo di fronte a un migliaio di persone, metà della capacità autorizzata. La piazza ha 8600 posizioni, è stato permesso di ospitare solo il 25% della capacità totale, cioè poco più di 2000. Forse, finalmente non c’è più desiderio di vedere la sofferenza e la morte ingiustificata di un povero animale.
Fonte: La Tortura No Es Cultura/Columna cero Spagna
Leggi anche: