Il coronavirus non ferma la macellazione degli agnelli per Pasqua. Una circolare del Ministero della Salute consente la sosta degli agnelli fino a 3 giorni
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Il coronavirus non ferma la macellazione degli agnelli per Pasqua. Anzi, la peggiora. Dopo l’adozione delle misure da parte della Commissione Europea per evitare restrizioni al trasporto di animali vivi a causa dell’emergenza Covid 19 che hanno introdotto una “green lane” per il trasporto degli animali verso il macello, di fatto derogando alle restrizioni preventive per la diffusione del Coronavirus, ora una circolare del Ministero della Salute introduce una grave deroga alle disposizioni di legge, consentendo la sosta degli agnelli fino a 3 giorni nei piazzali del macello. A denunciarlo è la Lav che sostiene che il provvedimento vada ad agevolare macellatori e a creare un peggioramento delle condizioni di sofferenza degli animali, già stremati e stressati da trasporti nella maggior parte dei casi su lunga distanza.
“Ora dovranno stare tre giorni in un piazzale, esposti all’odore del sangue degli altri animali macellati, con un innalzamento dello stress senza precedenti. Così accumuleranno anche la sofferenza di giorni di sosta in un ambiente spoglio di cemento e asfalto e senza adeguate condizioni di cura”, dichiara Roberto Bennati, direttore Generale LAV.
Per questo motivo, l’associazione chiede al ministro della Salute Roberto Speranza, il ritiro immediato del provvedimento.
“In un momento in cui i controlli veterinari sono meno stringenti e misure di questo tipo finirebbero anche per non avere alcun controllo adeguato – prosegue Bennati – l’applicazione della misura comporta un grave peggioramento del trattamento degli animali e ha potenzialmente effetti dannosi anche sulla salubrità e igiene delle carni. Non è certamente una misura a favore degli animali e dei consumatori”.
Sempre secondo la Lav, è da ‘irresponsabili’, in un momento di lockdown e di Stati che adottano restrizioni ai confini per limitare la diffusione del Covid19, la Commissione europea adotti misure che aumentino il trasporto degli animali vivi su gomma.
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“Nonostante la pandemia in corso e le oltre 15mila vittime solo in Italia, i Governi e i politici non imparano nulla dalla calamità. Si prosegue in comportamenti rischiosi per la salute pubblica, in favore di una attività economica come la macellazione che ora dovrebbe essere fortemente disincentivata, soprattutto per evitare la diffusione di altre malattie e zoonosi animali”, chiosa Bennati.
Anche Essere Animali in una nuova investigazione aveva denunciato la situazione. In diversi allevamenti e in un grande macello situati in Sardegna, l’organizzazione documenta numerose illegalità e crudeltà sugli agnelli allevati e uccisi per la carne. Ecco cosa succede nei macelli italiani:
Agnelli appesi per le zampe
La pesatura per sollevamento, per quanto diffusa, è illegale. Viene effettuata prima del trasporto al macello e gli agnelli possono restare appesi anche una decina di minuti, mentre viene loro forato un orecchio e applicata una targa. Ma la legge vieta di sospendere gli animali per le zampe, perché causa dolore e stress.
Uccisi ancora coscienti
“Una pessima gestione delle operazioni di macellazione causa agli animali gravi sofferenze. Per legge andrebbero risparmiati dolori o ansie evitabili, ma gli agnelli vedono l’uccisione dei loro simili. L’abbattimento dovrebbe avvenire subito dopo un efficace stordimento, ma passano 50 secondi e gli animali si svegliano. Se l’operatore se ne accorge, li stordisce nuovamente con la scarica elettrica. Altri sono coscienti mentre vengono iugulati”, dice Essere Animali.
Separati dalla madre
La produzione di carne di agnello è strettamente collegata a quella del latte di pecora, utilizzato soprattutto per i formaggi. Per produrre latte, le pecore devono aver partorito gli agnelli. Se questi sono femmine, saranno allevate per il latte, come le loro madri. Se sono maschi, a soli 30 giorni dalla nascita verranno uccisi per diventare carne. Al momento del trasporto al macello, gli animali piangono per la separazione.
“I nostri investigatori sono stati più volte testimoni di pratiche illegali, come le macellazioni di gruppo o l’utilizzo di strumenti di stordimento inefficaci. È accaduto anche in macelli dell’Emilia-Romagna e delle Marche. Ma anche quando abbiamo visitato macelli che rispettavano le leggi, l’uccisione di un animale di poco più di un mese di vita, terrorizzato a causa della separazione dalla madre, è stato uno spettacolo straziante. Per questo, oltre a chiedere alle autorità di indagare sulle problematiche che abbiamo sollevato, rilanciamo anche quest’anno la campagna #IoNonLoMangio, per invitare le persone a trascorrere una Pasqua senza cibarsi di carne”, conclude l’organizzazione.
Fonti: LAV/Essere Animali
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