A decenni dalla messa al bando, il DDT minaccia ancora la sopravvivenza del condor della California

Era stato messo al bando negli anni '70, eppure la contaminazione ambientale da DDT prosegue e minaccia la sopravvivenza del condor californiano, già a rischio di estinzione

Malgrado il suo utilizzo sia stato vietato ormai negli anni ’70, i suoi effetti negativi sull’ambiente e sulla sopravvivenza degli animali continuano a sentirsi ancora oggi. Stiamo parlando del dicloro-difenil-tricloroetano, meglio noto come DDT, uno degli insetticidi più tossici mai creati.

La sua presenza in natura, infatti, rappresenta ancora una minaccia per la fauna selvatica, in particolare per il condor della California, un meraviglioso uccello rapace che purtroppo rischia l’estinzione. I condor si nutrono di animali marini, che costituiscono un bacino di raccolta di agenti contaminanti dispersi nell’ambiente – come appunto il DDT.

I ricercatori della San Diego State University (SDSU) e della National Oceanographic and Atmospheric Administration (NOAA) hanno osservato le abitudini alimentari dei condor che vivono lungo le coste californiane e hanno scoperto che le loro prede contengono una concentrazione di DDT che è circa sette volte più alta rispetto agli animali marini che vivono lungo le coste messicane.

Ma non solo: si è osservato che i condor della California che vivono e cacciano lungo la costa presentano livelli più elevati di sostanze chimiche nel sangue rispetto ai condor che vivono nell’entroterra, i quali non si nutrono di pesci e altri animali marini. In totale, i ricercatori hanno trovato più di 400 contaminanti nei pesci che rappresentano una fonte di cibo per i rapaci.

(Leggi anche: L’esposizione delle nonne al famigerato DDT sta avendo ancora effetti sulle nipoti)

Si tratta del primo ampio studio che dimostra come le sostanze chimiche abbiano ormai contaminato interi ecosistemi fra specie di piante e animali, e che monitora non solo la presenza dei contaminanti già noti da anni, ma anche di quelli finora non studiati.

Il DDT è stato bandito dalla vendita e dall’utilizzo nel 1972. Purtroppo i suoi effetti si percepiscono ancora oggi perché si tratta di una sostanza che non è in grado di decomporsi in tempi brevi, ma che resta nell’ambiente anche per decenni – come dimostrato dai risultati dello studio.

La presenza di DDT nel sangue dei condor californiani ha come conseguenza l’assottigliamento del guscio delle uova di questi animali. questo si traduce in una ridotta attività riproduttiva – una vera e propria catastrofe per una specie già classificata come a rischio di estinzione dall’IUCN.

Ma perché l’ambiente marino risulta essere particolarmente contaminato dalla presenza di DDT? Si consideri che, un tempo, le scorie di DDT venivano scaricate negli oceani. Nel 2001 furono trovati circa 27.000 barili di questa sostanza chimica abbandonati sul fondale al largo delle coste della California.

Negli anni ’80, il condor della California era un animale praticamente estinto: vi erano solo 22 esemplari della specie ancora in vita. Per fortuna, lo sviluppo di un programma di riproduzione in cattività ha portato questi animali a crescere in numero fino alla situazione odierna.

Ma il successo del programma di riproduzione non deve far dimenticare che si tratta comunque di una specie molto fragile, esposta ai rischi più disparati – dall’avvelenamento da piombo all’ingestione di microplastiche fino all’elettrocuzione dovuta ai tralicci della corrente.

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Fonti: Environmental Science & Technology / NPS

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