Insegue branco di lupi a 50 km all’ora sulle Dolomiti, minacciando di “scannarli”: condannato e multato

Inseguì 4 lupi con l'auto a 50 km orari, minacciando di ucciderli. Adesso il Tribunale di Belluno ha emesso un decreto penale di condanna

“Adesso li scanno”: usando queste parole feroci lo scorso inverno un automobilista si era messo ad inseguire per ben due chilometri a bordo del suo Suv un branco di 4 lupi sul Passo Tre Croci, nel cuore delle Dolomiti venete. E, come se non fosse già abbastanza, aveva poi pubblicato sui social il filmato del folle inseguimento a 50 chilometri orari, che in pochi giorni è stato condiviso da migliaia di utenti. Nel video raccontava che l’estate precedente i lupi avevano divorato alcune delle sue mucche. 

Adesso, però, dal Tribunale di Belluno si è finalmente espresso su quanto accaduto, emettendo un decreto penale di condanna nei confronti dell’uomo, che ha messo in pericolo la vita dei poveri lupi. E rappresenta una vittoria non da poco, considerato che in passato vicende simili si sono risolte soltanto con mere sanzioni amministrative o non perseguite affatto. 

A denunciare l’episodio di violenza erano state diverse associazioni animaliste, tra cui l’ENPA e la LAV, che adesso si dicono soddisfatte della posizione presa dal Tribunale di Belluno.

Si tratta di una vittoria molto importante perché sottolinea quanto un comportamento del genere sia inaccettabile e ringrazio l’avvocato Claudia Ricci per aver portato avanti questa battaglia. – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale dell’ENPA  –  Quello che abbiamo visto in quel video è esattamente tutto quello che non bisogna fare se si incontrano questi animali che ricordiamo sono particolarmente protetti e beni indisponibili dello Stato. Costretti a correre a 50 chilometri orari per oltre due chilometri, sono stati costretti dall’inseguitore ad un grande sforzo, consumando energie in un periodo già di per sé avverso. Dal video si capisce che l’uomo ha subito dei danni a causa dei lupi ma questo non può essere una giustificazione per un comportamento tanto sbagliato, pericoloso e inutilmente crudele.

A difesa dei lupi è intervenuta anche la LAV, sottolineando:

I lupi hanno pieno e incoercibile diritto a vivere in pace nel loro habitat. Eppure, continuano a essere vittime di campagne di odio e ignoranza. Per questo abbiamo fatto il possibile con i nostri legali perché fossero riconosciute precise responsabilità, rispetto a una condotta che è a tutti gli effetti maltrattamento La convivenza con i lupi e con i grandi carnivori in generale, sui territori, è possibile, realizzabile, praticabile. Gli esempi in tal senso sono molti, all’estero e persino in Italia. Comportamenti come quello condannato in questo caso sono bravate crudeli e scellerate: il lupo è un animale che gode peraltro di speciale protezione, essendo anche inserito nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) come specie “vulnerabile”. Al di là di specifiche norme per settori produttivi, la crudeltà verso gli animali, di qualsiasi specie, non è mai accettabile ed è penalmente rilevante. Ovviamente LAV continuerà a seguire la vicenda anche sul piano legale, qualora dovessero esservi sviluppi ulteriori, fin quando quei lupi non avranno giustizia definitiva”.

Ci auguriamo di non dover assistere mai più ad episodi di maltrattamento nei confronti dei lupi, animali straordinari che sempre più frequentemente devono fare i conti con una grande minaccia: l’uomo. Lunga vita ai lupi!

Fonte: ENPA/LAV

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