Un esemplare di balena rara è stato ritrovato spiaggiato nelle isole Cayman, ma una volta tanto la sua morte non è imputabile all'uomo
Un esemplare appartenente a una rara specie di capodoglio è stato ritrovato spiaggiato sulle coste delle isole Cayman, ma una volta tanto la sua morte non è imputabile all’azione dell’uomo
Lo scorso 20 agosto un capodoglio morto è stato rinvenuto spiaggiato a Bodden Town, antica capitale delle Isole Cayman. Ad un’analisi più attenta dei volontari del Cayman Islands Department of Environment, è emerso che si tratta di un raro esemplare di cogia di De Blainville – probabilmente un embrione, vista la sua stazza (circa un metro di lunghezza) e il mancato sviluppo di occhi e denti.
Una volta tanto ad uccidere l’animale non sarebbe stata l’attività umana, quanto piuttosto la tempesta tropicale Grace che la scorsa settimana si è abbattuta sull’arcipelago. I volontari ritengono che la madre dell’embrione sia stata travolta dalla tempesta è abbia abortito prematuramente: accade alle femmine di questa specie quando sperimentano un trauma o un forte stress, o se le condizioni ambientali non sono adatte alla sopravvivenza del nascituro.
Il cogia di De Blainville può arrivare a vivere fino a 23 anni; raggiunge la piena maturità sessuale fra i 4 e i 5 anni, mentre la gravidanza (che può essere anche multipla) dura dai sei ai nove mesi. Questi animali hanno un’ampia distribuzione: vivono in acque oceaniche tropicali, subtropicali e temperate in tutto il mondo. Secondo NOAA Fisheries, raramente si trovano sulla superficie dell’oceano: la loro vita si svolge in acque profonde, dove cacciano, si nutrono e si riproducono. Le uniche occasioni in cui è possibile avvistarlo, purtroppo, è in casi come questo – ovvero quando esemplari morti vengono portati sulle spiagge dalla corrente.
Purtroppo, però, la loro esistenza è gravemente minacciata dall’azione dell’uomo, che ogni anno provoca il ferimento o la morte di numerosi esemplari. Ma quali sono le minacce per questi animali?
- Reti da pesca. Una delle minacce più gravi per questi grossi animali è quella di finire intrappolati nelle reti da pesca: una volta intrappolati, gli animali continuano a nuotare anche per lunghe distanze con ferite (spesso profonde) che spesso compromettono la loro abilità di procacciarsi cibo e nutrirsi, ma anche riprodursi.
- Caccia. Il cogia di De Blainville era legalmente cacciato durante il XIX secolo. Anche se non viene può cacciato negli Stati Uniti, la mattanza di questo animale prosegue in altri paesi come le Antille, il Giappone e l’Indonesia.
- Collisioni con le navi. Scontri accidentali con le imbarcazioni (soprattutto in zone con un denso traffico navale) possono ferire o addirittura uccidere gli animali.
- Rifiuti. Come molti animali marini, anche il cogia di De Blainville ingerisce rifiuti che vengono gettati in mare dall’uomo, scambiandoli per cibo. Anche questo può portarlo alla morte per soffocamento o intossicazione. Alcuni esemplari della specie ritrovati spiaggiati sulle coste avevano plastica e altri rifiuti nel loro intestino.
- ‘Rumore’ oceanico. L’inquinamento acustico provocato da navi e trivelle può compromettere le attività sociali del cogia di De Blainville, che utilizza suoni per comunicare con i propri simili, per trovare un partner e riprodursi: gli esemplari della specie non riescono più a sentirsi né a distinguere i segnali dei loro simili dai rumori di sottofondo.
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