La Grecia dice ufficialmente no agli animali da circo. Elefanti picchiati, cavalli presi a pugni, tigri frustate, animali strappati dal loro ambiente naturale e costretti a vivere legati alle catene o in piccolissime gabbie, a viaggiare continuamente, a esibirsi per divertire gli umani senza cuore. Il circo con gli animali, signori e signore, non è una cosa bella, nemmeno per i bambini, che non sanno come lì povere bestiole vengano usate e snaturate, maltrattate e umiliate. Perché è questo che si nasconde dietro ai tendoni festosi dei circhi di mezzo mondo. Non più in Grecia, dove lo scorso 31 gennaio la Commissione per la Produzione ed il Commercio del Parlamento ha approvato una legge che bandisce l’utilizzo di tutti gli animali nei circhi, nelle compagnie teatrali e di intrattenimento in genere per qualsiasi forma di spettacolo, parata o apparizione di fronte ad un pubblico.
La Grecia dice ufficialmente no agli animali da circo. Elefanti picchiati, cavalli presi a pugni, tigri frustate, animali strappati dal loro ambiente naturale e costretti a vivere legati alle catene o in piccolissime gabbie, a viaggiare continuamente, a esibirsi per divertire gli umani senza cuore. Il circo con gli animali, signori e signore, non è una cosa bella, nemmeno per i bambini, che non sanno come lì povere bestiole vengano usate e snaturate, maltrattate e umiliate. Perché è questo che si nasconde dietro ai tendoni festosi dei circhi di mezzo mondo. Non più in Grecia, dove lo scorso 31 gennaio la Commissione per la Produzione ed il Commercio del Parlamento ha approvato una legge che bandisce l’utilizzo di tutti gli animali nei circhi, nelle compagnie teatrali e di intrattenimento in genere per qualsiasi forma di spettacolo, parata o apparizione di fronte ad un pubblico.
La Grecia diventa, quindi, la prima nazione in Europa, seconda al mondo solo dopo la Bolivia, dove a febbraio è diventato legge il bando di utilizzo di ogni specie animale nei circhi, a sancire definitivamente lo stop agli spettacoli con animali. A contribuire alla proposta di legge è stato un video delle violenze inflitte a un elefantessa nel circo italiano Alex Hamar, nel maggio del 2009 durante una tournée in Grecia: il pachiderma veniva violentemente percosso, senza alcun motivo, sulla testa e all’attaccatura dell’orecchio, una delle parti più sensibili, con un bullhook, il bastone con un uncino acuminato che viene utilizzato per addestrare gli elefanti e far eseguire loro i comandi.
“Fu in seguito alla visione del filmato, infatti, che l’allora Ministro dell’agricoltura greco, Sortitris Hadzigakis, dichiarò che utilizzare gli animali per il divertimento umano era cosa del passato, e che le autorità governative della Grecia stavano valutando l’opportunità di proibire sul proprio territorio i circhi con animali”, spiega Laura Panini, responsabile LAV Circhi e zoo, in una nota. Insomma, una grande vittoria a due passi da casa nostra.
Ma l’Italia, nel frattempo, che fa? Incredibile ma vero, invece di dire stop a queste inutili violenze, lo Stato Italiano concede ai circhi corposi contributi, come quello di 20.000 euro erogato al Circo Alex Hamar proprio nel 2009, nonostante quelle immagini e la denuncia presentata nei confronti del circo da numerose associazioni greche. Per il 2010, poi, lo stanziamento riservato ai circhi è stato di oltre 6 milioni di euro. Le sovvenzioni appartengono principalmente al capitolo di spesa del Fondo Unico dello Spettacolo (FUS), uno strumento finanziario che sostiene le attività del cinema e degli spettacoli dal vivo. Ma anche alle risorse derivanti dall’estrazione del gioco del Lotto del mercoledì, come stabilisce la legge 662/96: questi fondi sono assegnati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in base ad un programma triennale, che per il 2004-2006 ha assegnato 130 milioni di euro al settore dello spettacolo.
Tutto questo perché la legge sul circo del 1968 riconosce alle imprese circensi una “funzione sociale”. E a quale bambino, in effetti, non piace andare al circo? Ma seun bambino conoscesse ciò che l’animale subisce prima di uscire in scena, se si rendesse conto di quanto è triste la vita in gabbia, non troverebbe più lo spettacolo così affascinante.
Ecco perché la Lav chiede al Governo di far decollare, finalmente anche in Italia, la riconversione dei circhi in spettacoli senza animali : “sono più di duemila gli animali che soffrono reclusi nei circhi italiani, mentre l’86.2% degli Italiani nel 2010 ha espresso disapprovazione per il loro utilizzo (Eurispes, Rapporto Italia 2011)”, prosegue Laura Panini. Lo chiediamo con forza anche noi cittadini. O vogliamo davvero che lo Stato utilizzi i nostri soldi per finanziare tutta questa inutile sofferenza?
Roberta Ragni