Ceta: un buco legislativo permette l’utilizzo di farine animali negli allevamenti. Cosa rischiamo?

Il Ceta, l’ormai noto accordo di libero scambio Canada-Ue, continua a presentare risvolti discutibili. Tra questi la presenza di un buco legislativo che permette agli agricoltori canadesi di utilizzare farine animali negli allevamenti (cosa vietata in Ue). Ma cosa rischiamo se poi la carne finisce sulle nostre tavole?

Il Ceta, l’ormai noto accordo di libero scambio Canada-Ue, continua a presentare risvolti discutibili. Tra questi la presenza di un buco legislativo che permette agli agricoltori canadesi di utilizzare farine animali negli allevamenti (cosa vietata in Ue). Ma cosa rischiamo se poi la carne finisce sulle nostre tavole?

A focalizzare l’attenzione su questo aspetto del Ceta è stato il quotidiano francese Le Monde sostenendo che:

“spulciando le normative veterinarie in Canada e in Europa con l’aiuto di esperti, sta emergendo una conclusione: il governo ha sbagliato a giurare che il divieto di farine animali era assoluto. Un buco nella legislazione in realtà consente agli allevatori canadesi di nutrire i loro buoi con farine ricavate da ciò che rimane dei loro compagni animali macellati (il sangue, i peli, il grasso)”.

Una cosa orribile (si parla di cannibalismo intra-specie dei bovini) oltre che illegale in Europa da quando, anni fa, si è verificata un’epidemia di encefalopatia spongiforme bovina, la cosiddetta “mucca pazza” che tutti ricorderete.

Il punto sostanzialmente è questo: nonostante il divieto di alimentare i ruminanti con farine animali, la legislazione canadese consente l’uso di determinate proteine come la farina di sangue e la gelatina animale.

Il rischio, come riporta il giornale francese, è che la carne prodotta in Canada arrivi poi sul suolo europeo senza che il consumatore sia informato di quanto sta mettendo in tavola.

Per quanto sorprendente possa sembrare, non tutti gli standard sanitari applicabili sul suolo europeo sono automaticamente validi per i prodotti importati. Le regole di importazione sono generalmente definite separatamente con specifiche clausole che a volte sono meno stringenti, in modo da non contravvenire ai principi fondamentali dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Dalla Francia tendono a rassicurare sulla sicurezza dei mangimi permessi in Canada. Esponenti del governo hanno infatti dichiarato che le farine utilizzate in questo paese sono sicure per la salute in quanto si elimina il midollo spinale degli animali e si trattano ad alte temperature. Si eviterebbe così qualsiasi rischio di  trasmissione di malattie come appunto l’encefalopatia spongiforme bovina.

Resta il fatto che tali mangimi non ci piacciono affatto, così come non possiamo più tollerare l’esistenza degli allevamenti intensivi!

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Francesca Biagioli

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