La morte dei 19 cavalli di Volterra, deceduti all'improvviso mentre pascolavano, resta ancora avvolta nel mistero. Ma la Procura di Pisa chiede l'archiviazione del caso. Ad ucciderli potrebbero essere stati i rifiuti tossici presenti nel sottosuolo, come denunciato dall'associazione Italian Horse Protection
Si sono accasciati al suolo, all’improvviso, mentre si trovavano al pascolo. Morti nel giro di pochissimo, senza un motivo apparente: è l’assurdo e triste destino toccato a 19 cavalli tra il 2019 e il 2021. Tutti deceduti nella stessa misteriosa maniera, nella Tenuta di Tignano gestita dall’associazione Italian Horse Protection, nei pressi di Volterra. Quegli animali non hanno mai avuto giustizia, anzi. La Procura di Pisa ha appena presentato una richiesta di archiviazione dell’indagine su quella che è una vera e propria moria di massa.
Dietro la loro morte si potrebbe celare un motivo molto grave: ovvero la presenza di rifiuti tossici nel sottosuolo. I cavalli, infatti, erano tutti in buone condizioni di salute.
L’Italian Horse Protection spinge per fare chiarezza sulla vicenda
“I veleni non sono mai stati cercati e 19 morti sono ancora oggi senza una spiegazione. Non dimentichiamo la vicenda Keu” denuncia l’associazione Italian Horse Protection (IHP), che tramite i suoi suoi legali si sta opponendo alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura.
La Procura di Pisa ha chiesto di archiviare il caso, senza che ad oggi sia stata fornita una spiegazione plausibile sulla causa di quelle morti. Non sappiamo neppure se la causa sia dolosa o ambientale – commenta il presidente di Ihp, Sonny Richichi – Ci lascia molto perplessi la scelta dell’archiviazione, soprattutto perché successivamente a quelle morti in Toscana sono emersi fatti gravi relativi all’inquinamento ambientale: a Tignano non sono mai stati fatti accertamenti sui terreni, nonostante noi lo avessimo richiesto perché con le piogge e il calpestio, a più riprese, sono emersi rifiuti e sostanze sospette che probabilmente erano state seppellite in quei luoghi anni addietro. Purtroppo, anche la cosiddetta ‘inchiesta Keu’ ci insegna che la Toscana, e in particolare la zona fra Empoli e Siena, non distante da Tignano, è stata teatro di gravissimi fatti in materia di avvelenamento del suolo. Ci siamo opposti e abbiamo chiesto alla Procura di disporre carotaggi nelle zone dove sono morti i cavalli per andare a vedere se ci siano sostanze tossiche potenzialmente mortali per quel tipo di animali.
Secondo quanto riferito dal presidente di Ihp, nelle indagini vi sarebbero diversi punti oscuri, ancora da chiarire.
Questo è dovuto alla mancanza di un coordinamento scientifico capace di gestire le fasi successive ai decessi: spesso le autopsie non sono state eseguite con la necessaria tempestività, sono state fatte ore o giorni dopo le morti, e questo ha fatto sì che alcune sostanze estremamente volatili, ad esempio il cianuro, risultassero di fatto impossibili da rintracciare. – aggiunge – A questo punto non sapremo mai se qualcuno ha ucciso i nostri cavalli, ma chiediamo che ogni approfondimento ad oggi ancora esperibile venga fatto. A partire dalle analisi dei terreni. Non ci sembra trascurabile il fatto che nessun cavallo sia morto dopo che abbiamo lasciato Volterra per trasferirci a Montaione, nel luglio scorso: prima e dopo la parentesi trascorsa a Tignano i nostri cavalli sono sempre morti di vecchiaia o di malattia, non abbiamo avuto nessun altro decesso sospetto al di fuori di quella tragica parentesi durata due anni.
L’associazione che si occupa di tutela dei cavalli adesso si chiede cosa si nasconde davvero nel sottosuolo di Tignano. E teme che la risposta possa essere spaventosa…
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Fonte: IHP
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