Cavalle gravide torturate nelle fattorie del sangue: dopo le inchieste shock, verso lo stop in Islanda

Ciò che subiscono le cavalle gravide nelle fattorie di sangue islandesi è aberrante. Dopo le pressioni da parte delle associazioni animaliste e l'intervento dell'EFTA Surveillance Authority, il governo islandese si trova messo alle strette. Non gli resta che adeguarsi alla normativa Ue e abbandonare questa terrificante pratica

Chi ha visto le immagini delle cavalle gravide torturate per estrarre l’ormone PMSG non le avrà dimenticate facilmente. Quanto accade nelle cosiddette “fattorie del sangue” dell’Islanda fa rabbrividire e da tempo le associazioni che si occupano di tutela del benessere animale chiedono al Paese di vietare questa pratica brutale (purtroppo diffusa anche in altre parti del mondo, come l’Argentina).

A seguito di una serie di inchieste e denunce, anche l’EFTA Surveillance Authority (ESA) – che monitora il rispetto delle norme dello Spazio economico europeo – si è pronunciata, sostenendo che il Paese del Nord Europa viola le norme europee in materia di protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, anche se avrebbe dovuto farlo, dato che partecipa al mercato interno dell’Ue.

cavalle gravide fattorie del sangue

@Animal Welfare Foundation

Finalmente adesso pare che le acque stiano iniziando a muoversi in Islanda. Infatti, il governo ha risposto alla lettera di avvertimento dell’ESA, revocando in anticipo il “regolamento sulle aziende di produzione di sangue, che era stato emanato nell’agosto 2022 per tre anni ed era, dunque, valido fino al 2025.

Si tratta di un importante traguardo i cui meriti vanno sono da attribuire alla determinazione della rete europea di 17 associazioni guidate da Animal Welfare Foundation Tierschutzbund Zürich (AWF|TSB) e da Eurogroup for Animals, in cui l’Italia è rappresentata dalla Onlus Italian Horse Protection.

Le varie associazioni hanno mostrato al mondo – attraverso inchieste corredate da foto e video – tutte le atrocità a cui sono sottoposte la cavalle gravide, sfruttate per la produzione dell’ormone PMSG, impiegato nella produzione di farmaci (il più noto è il Fixplan) usati negli allevamenti intensivi per massimizzare i profitti.

Leggi anche: Cos’è l’ormone PMSG: impiegato negli allevamenti intensivi di carne, si ottiene torturando le cavalle gravide

L’Islanda dovrà adeguarsi alla normativa Ue

Nei “lager” islandesi, a partire dal quarto mese di gestazione le cavalle vengono torturate per massicci prelievi di sangue – circa 5 litri a settimana (una quantità che supera qualsiasi linea guida internazionale esistente in materia) e spesso vengono colpite con bastoni e pungoli, bloccate nei box di contenimento, ferite al collo da operatori che non sono in grado di maneggiare e aghi e cannule.

Capita non di rado che alcuni esemplari vengano costrette ad abortire e lasciati senza cibo, a soffrire a causa di malattie o ferite.

Nel nostro reclamo si sottolineava che l’Islanda non applica correttamente la legislazione europea in materia di protezione degli animali utilizzati a fini scientifici: in particolare, l’Islanda non rispetta il principio comunitario delle 3 R (Replace, Reduce, Refine ovvero sostituzione, affinamento e riduzione) secondo il quale, ove possibile, gli esperimenti sugli animali devono essere sostituiti da metodi alternativi – spiega Sonny Richichi, presidente di IHP, Sonny Richichi – Nel caso del PMSG le alternative esistono e quindi la legge europea delle 3R può essere rispettata: i produttori di carne possono contare su una serie di metodi di allevamento diversi e su medicinali sintetici autorizzati.

Ora che l’ESA ha dato ragione alle associazioni, annunciando una procedura di infrazione, all’Islanda non resta che adeguarsi alla legislazione europea ed eliminare il proprio regolamento fatto ad hoc.

Dal novembre 2023 si applicherà la Direttiva UE 2010/63 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, visto che l’Islanda si trova nell’area dello Spazio economico europeo (SEE). Da un punto di vista legale, i campioni di sangue prelevati per la produzione di farmaci sono classificati come esperimenti sugli animali: nessuno Stato membro del SEE può approvare progetti come il prelievo di sangue prima che sia stata effettuata una valutazione completa sulle alternative, sui metodi e sulla sofferenza. Le scioccanti inchieste e l’entrata in vigore della direttiva potrebbero segnare la fine dell’era delle fattorie di sangue in Islanda. Speriamo che questo aberrante capitolo si chiuda definitivamente.

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Fonte: HIP

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